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Marche, primi segnali di crescita per il sistema produttivo

La meccanica traina la ripresa; bene anche elettronica e mobile

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lavoro, occupazione, edilizia

Venti di ripresa. Sono quelli che soffiano sul sistema produttivo marchigiano. Ad annunciarlo il presidente di Unioncamere Marche Graziano Di Battista, che ha presentato i dati della “Giuria della Congiuntura”, l’indagine trimestrale del sistema camerale regionale.

Malgrado la produzione industriale di S.p.A. e s.r.l. marchigiane registri ancora una frenata” commenta Di Battista “i nostri dati sull’intero comparto manifatturiero, comprese le oltre 98 mila imprese individuali, registrano nel primo trimestre 2015 una crescita della produzione del 2,5 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente mentre il fatturato è aumentato del 4,5 per cento, grazie soprattutto a quello estero (+8,7 per cento) con il fatturato interno che è salito soltanto del 2,7 per cento. In crescita anche gli ordinativi del 2,2 per cento. Risalgono anche le settimane di produzione assicurata (5,6). Unico elemento negativo l’occupazione che da gennaio alla fine di marzo registra un calo del 3,2 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo significa che gli imprenditori marchigiani prima di effettuare nuove assunzioni attendono che la crescita si stabilizzi anche nei prossimi trimestri dell’anno.

A conferma di un clima che sta cambiando e tende a volgere al bello, si hanno le previsioni degli imprenditori per la fine di giugno. Per la prima volta dopo più di tre anni, le imprese che prevedono di aumentare ulteriormente la produzione sono più di quelle che si aspettano una flessione (31 contro 24 per cento) mentre 34 imprese su 100 pensano di incrementare il fatturato e il 26 per cento teme un calo. In crescita anche le imprese che si aspettano di aumentare gli ordinativi interni (30 per cento) ed esteri (38 per cento) mentre un’impresa su quattro si aspetta di ridurli.

Le uniche cattive notizie arrivano per chi è in cerca di un lavoro. Secondo la “Giura della Congiuntura” di Unioncamere Marche, solo sei imprese su cento penano di aumentare il numero dei dipendenti entro l’estate mentre il 13 per cento pesa ad una ulteriore riduzione e l’81 per cento manterrà inalterata l’attuale forza lavoro aziendale.
Nei prossimi mesi” afferma Di Battista “occorre consolidare la ripresa e porre le condizioni per un aumento dei posti di lavoro anche nel sistema manifatturiero marchigiano e non solo nel terziario come è avvenuto tra gennaio e marzo. Per questo è necessario che la futura Giunta della Regione Marche sostenga gli investimenti delle imprese in ricerca e innovazione, favorisca l’accesso delle imprese ai mercati esteri e ponga le piccole e medie imprese al centro delle politiche formative e del lavoro”.

Guardando ai settori di attività, secondo l’indagine di Unioncamere Marche, è la meccanica a trainare la ripresa, con aumenti a due cifre di produzione (10,6), fatturato (10,9) e ordinativi (12,1). Bene anche l’elettronica con un aumento della produzione del 4,4 per cento e del fatturato del 17,7 per cento. In ripresa il mobile con la produzione in crescita del 3,2 per cento e il fatturato dell’1,3 per cento. Più limitata la crescita delle industrie metallifere (produzione +1,1 e fatturato +2,2).

Male le imprese del sistema moda con l’abbigliamento che perde il 4,3 per cento della produzione e il 4,8 del fatturato mentre il calzaturiero registra una riduzione della produzione dell’1,2 e del fatturato del 4,7 per cento. Lievi oscillazioni della produzione per alimentari (-0,6) e aziende chimiche, petrolifere e della plastica (-0,2).

Per quanto riguarda l’andamento dei sistemi produttivi sul territorio va registrato l’aumento di produzione (5,6) e fatturato (+5,8) nel pesarese, grazie alla ripresa del mobile. Bene anche Ancona grazie alla meccanica, con la produzione in crescita del 2,2 e il fatturato del 9,1 per cento. Positivi anche i dati di Ascoli Piceno (produzione 1,4 e fatturato 3,3) mentre nel fermano è aumentata al produzione (1,7) ma non il fatturato (-0,4). Negativi i dati della provincia di Macerata con la produzione che è scesa dell’1,5 e il fatturato del 3,2 per cento.

Infine la cassa integrazione. Complessivamente nel confronto tra i primi tre mesi del 2015 e del 2014 si è dimezzata (da 14,5 a 7,4 milioni di ore). Calano sia quella ordinaria sia quella straordinaria e quella in deroga. Nell’industria marchigiana la cassa integrazione è diminuita del 37 per cento mentre nell’artigianato è crollata del 63,6 per cento, nel commercio del 71,3 per cento e in edilizia del 41 per cento.

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