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Elezioni regionali, “Spacca dovrebbe solo ringraziare il Partito Democratico”

La sen. Amati su Marche 2020: "Formazione politica ad personam, non risponde alle esigenze dei marchigiani"

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Gian Mario Spacca e Silvana Amati

Arriva dalla senatrice e componente della direzione nazionale del Partito Democratico, Silvana Amati, la replica alla scelta del presidente della Regione Marche di abbandonare il PD per altri lidi. “Sono convinta che il Partito Democratico delle Marche abbia indubbiamente uomini e donne all’altezza del governo della Regione. E sono anche convinta che i Marchigiani lo sappiano. Forse l’unico che fa pensare di non saperlo è il presidente Spacca“.

“Eppure per venticinque anni, di cui ventitré direttamente al governo della Regione, Spacca ha potuto contare sulla collaborazione e sull’affidabilità di quegli uomini che oggi indica come avversari. Dovrebbe invece almeno una volta ringraziare il Partito Democratico e i suoi elettori. Lo dovrebbe ringraziare per avergli consentito per tanto tempo di svolgere serenamente il suo lavoro accompagnandolo con i voti e con il sostegno nella sua azione di governo.

In tutta Italia non c’è oggi nessun presidente di Regione riconfermato nella candidatura proveniente, dall’era Spacca, ossia dal 1990. Il senso del cambiamento, prevalente in Italia, ha portato alla ribalta nuovi candidati ovunque e noi nelle Marche, all’insegna del rinnovamento, abbiamo scelto con le primarie un sindaco, Luca Ceriscioli, che certo ha tutti i numeri per ben governare. Luca saprà mettere al servizio della comunità marchigiana la sua competenza e quella di una squadra adeguata alle necessità del territorio.

Sarebbe veramente impensabile che un uomo politico di lunga, forse troppo lunga, esperienza, come Gian Mario Spacca, possa davvero credere di essere indispensabile ed unico per la comunità marchigiana. Spacca e Solazzi hanno avuto l’onere e l’onore di presiedere giunta e consiglio regionale principalmente con il sostegno del Partito Democratico e dei suoi rappresentanti. Ora certamente sono liberi di fare le loro scelte di vita, anche politica, ma non di denigrare quanti, anche troppo a lungo, hanno taciuto sulle loro incongruenze.

E’ infatti convinzione comune che Marche 2020 sia strumento costruito per consentire principalmente il prolungamento della vita istituzionale di singoli. Una formazione politica ad personam che difficilmente potrà rispondere alle esigenze di quei marchigiani che chiedono più lavoro, più servizi e attenzione complessiva ai loro bisogni.

Quanto ai sondaggi, comunque non dichiarati, ne conosciamo tutti l’uso, ma conosciamo anche bene il nostro territorio e siamo convinti che la risposta più netta al trasformismo, verrà direttamente il 31 maggio dal voto delle donne e degli uomini delle Marche”.

 

da Silvana Amati, direzione nazionale PD

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