Le carte da gioco più diffuse nella Regione Marche
Esistono giochi di carte tipici di ciascuna regione. Nel caso delle Marche, Bestia a 5, Cispa, Trucco e Petrangola
Gli appassionati della storia delle carte da gioco possono trovare numeroso materiale di studio in uno stato come l’Italia: attraversare le regioni da nord a sud implica infatti l’imbattersi in una pluralità di mazzi marcatamente regionali.
Alcuni di questi sono espressione di realtà cittadine che storicamente si sono imposte sulle città vicine, come nel caso del mazzo milanese, altri ancora sono condivisi da intere regioni. Pur con qualche difficoltà, tendenzialmente i mazzi regionali hanno dimostrato di poter resistere anche all’avanzata dei giochi di carte in versione digitale, che tuttavia tendono a premiare le carte napoletane o quelle francesi, decisamente più popolari su larga scala. In una sezione di giochi online da tavolo si trovano soprattutto mazzi francesi e raramente mazzi regionali come quelli piacentini, che restano invece ampiamente diffusi sul territorio.
In Italia il rapporto con le carte da gioco è di lunga data: esistono in tutto 16 varianti regionali ancora in uso, a questa cifra vanno poi aggiunti altri 5 mazzi che invece non vengono più utilizzati. Per quanto riguarda il caso specifico delle Marche, si tratta di una delle poche realtà regionali che non vanta un mazzo proprio ma si avvale di quello piacentino, il secondo più utilizzato a livello nazionale dopo quello napoletano.
Il mazzo di carte piacentine è a seme spagnolo, si compone chiaramente di 40 carte e ciascuna di queste presenta una bordatura. La nascita è collocata nella città di Piacenza, anche se si presuppone siano di importazione francese. All’interno dei primi mazzi, in corrispondenza del quattro di denari, era possibile notare lo stemma cittadino. La diffusione del mazzo è però molto più ampia, arrivando tanto in Lombardia quanto nelle Marche, nell’Umbria e in parte del Lazio: si nota perciò una particolare diffusione all’interno dei territori che facevano parte dell’antico Stato Pontificio, che all’epoca occupava tutta la parte centrale dell’Italia fino ai territori emiliani.
Le figure all’interno del mazzo piacentino vengono disegnate tutte in piedi, incluso il re, che invece nella maggior parte degli altri mazzi regionali è raffigurato seduto su un trono. Fino agli anni ’50 del secolo scorso le figure erano disegnate intere mentre in tempi più recenti si è giunti alla rappresentazione a due teste, come nella maggior parte dei mazzi regionali. Per quanto riguarda invece le dimensioni delle carte, non si distinguono dalla media degli altri, con ciascuna carta grande 50 x 94 millimetri. Tra i soprannomi più noti dati alle singole carte, spicca quello relativo all’asso di denari, comunemente detta “la Polla”. Anche il cinque di spade presenta caratteristiche atipiche rispetto agli altri mazzi con un motivo vegetale che attornia la raffigurazione.
Pur essendoci mazzi molto diversi tra loro nelle varie realtà regionali italiane, i passatempi più diffusi sono comuni a tutti. Tra i più noti è possibile citare senza dubbio briscola e scopa, che rappresentano inoltre i due giochi che più spesso si ritrovano online (anche se tendenzialmente disponibili solo con il mazzo napoletano). Oltre a questi più famosi su scala nazionale, esistono ovviamente giochi di carte tipici di ciascuna regione. Nel caso delle Marche, il riferimento può andare a Bestia a 5, Cispa, Trucco e Petrangola.
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