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Marche 2020: “Dimissioni? Con l’isteria non si costruisce il futuro”

Spacca replica al PD: "Interrompere la legislatura significherebbe penalizzare le Marche"

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Vertici politici delle Marche: Gian Mario Spacca e Vittoriano Solazzi

Serietà e senso di responsabilità esigono di assicurare il buon governo della Regione fino all’ultimo giorno della legislatura. E’ dunque necessario scegliere se vengono prima le Marche oppure un Partito in preda all’isteria e alla paura.

Siamo in una fase ancora difficile del ciclo economico e della vita di cittadini, famiglie e imprese. Bisogna assolutamente chiudere i progetti avviati: variazione di bilancio, consolidamento della sicurezza sociale e delle fragilità, partenza operativa dei bandi europei 2014-2020 (1,2 miliardi di euro), presenza delle Marche all’Expo, riforma delle Province.

Si può anche interrompere la legislatura, ma farlo significherebbe penalizzare le Marche. E comunque sarebbe sempre necessario un “governo tecnico” per completarla.
Del resto, ormai mancano pochi giorni per entrare nella fase di amministrazione ordinaria, dove norme specifiche garantiscono l’imparzialità dell’attività amministrativa dinanzi al ruolo dei partiti. La vita dell’istituzione regionale, dunque, va salvaguardata e messa in sicurezza fino in fondo con responsabilità, separandola dal vero “vulnus politico” di questi mesi: l’ostinazione del Partito Democratico a voler interrompere la collaborazione tra il centro rappresentativo dei mondi vitali e produttivi delle Marche e la sinistra.

Per esclusiva volontà del PD quella che si sta chiudendo non è la legislatura regionale, bensì un ciclo politico che ha garantito il governo efficace del policentrismo marchigiano, anche nella fase economica nazionale più disastrosa dal dopoguerra.

Non esiste, dunque, un problema personale; il focus è sulla qualità del progetto di governo delle Marche del futuro. Marche 2020 e il centro volevano rilanciare questa collaborazione per affrontare il difficilissimo scenario che si prepara. A tale progetto di governo il PD ha sbattuto testardamente e ripetutamente la porta in faccia, nell’illusione di riuscire a governare da solo, anteponendo gli interessi della burocrazia e dell’apparato di partito a quelli della società marchigiana.

Divengono così ridicole e strumentali le accuse avanzate di collaborazione con la cosiddetta destra, ovvero quelle stesse forze politiche con cui il PD e il Premier Renzi governano e stringono “patti” a livello nazionale.
Da parte mia, ho offerto la disponibilità a guidare un progetto di centro, composto da Marche 2020 e da tutte le forze politiche che sono a livello nazionale insieme a Renzi, in attesa di Area Popolare.
E’ infine “tragicomico” che il PD chieda le dimissioni proprio lo stesso giorno che il centrodestra dichiara la sua volontà di procedere autonomamente seguendo la propria strada.

Certamente, ora, si apre una nuova fase politica nelle Marche, dove sinistra, centro e destra affermano la loro autonomia di percorso e di progetto, avviando un nuovo ciclo della politica regionale.
E’ sul progetto di governo delle Marche che avverrà il confronto, a tutto campo. I cittadini potranno scegliere la proposta che riterranno migliore.

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