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Stanziati oltre 3 milioni di euro per le piccole e medie imprese cooperative

L'assessore Antonini: "C’è bisogno di un aggiornamento per mettere in risalto e rafforzare lo spirito mutualistico"

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Presentazione del bando regionale rivolto alle cooperative

Oltre tre milioni di euro per sostenere le piccole e medie imprese cooperative marchigiane. Dopo i bandi per gli investimenti produttivi rivolti alle piccole e micro imprese artigiane e alle PMI industriali, in questa nuova programmazione dei fondi comunitari la Regione Marche ha voluto riservare un intervento specifico alle imprese cooperative che svolgono attività economiche. Il bando si rivolge in particolare alle cooperative di produzione lavoro e alle cooperative sociali di tipo B e sarà aperto dal 18 dicembre al 29 febbraio.

“E’ in assoluto la prima volta che la Regione pubblica un bando specifico con una dotazione finanziaria di oltre 2 milioni di euro per le cooperative e – ha spiegato l’assessore alle Attività produttive Andrea Maria Antonini questa mattina nel corso di una conferenza stampa –, ce ne saranno anche altri: grazie al Fondo di rotazione sbloccato con l’Accordo di coesione sottoscritto ad Acqualagna con il presidente del Consiglio Meloni avremo a disposizione anche un ulteriore milione di euro per cui predisporremo un altro bando di sostegno al settore. Si tratta di provvedimenti specifici riservati alle imprese cooperative che svolgono attività economica a cui va riconosciuto il valore sociale che rivestono sul territorio. Attraverso il loro lavoro possiamo implementare i sistemi di filiera che per noi rappresentano un elemento fondamentale per un ecosistema valido di imprese marchigiane. Stiamo inoltre per mettere mano anche alla Legge 5 del 2003 che regola il sistema delle cooperative marchigiane. C’è bisogno di un aggiornamento per mettere in risalto e rafforzare lo spirito mutualistico che contraddistingue queste realtà. Organizzeremo una consulta con le associazioni di categoria che le rappresentano e nell’ambito di un ampio confronto troveremo sicuramente spunti di collaborazione in particolare in merito alle comunità energetiche rinnovabili e ai servizi sul territorio. In questo contesto le cooperative di comunità e sociali hanno un ruolo fondamentale soprattutto nell’entroterra e nei borghi”.

I rappresentati delle associazioni cooperative presenti (Legacoop, Confcooperative, Unione Europee delle cooperative, Unicoop) hanno espresso grande apprezzamento dichiarandosi “molto lieti per il primo intervento in assoluto di un bando per la cooperazione. In passato – hanno proseguito – siamo stati sempre esclusi dal Fesr, ci era stato detto che era impossibile partecipare e oggi è quindi un giorno di festa per la cooperazione. Sono state accolte le necessità delle nostre cooperative che non hanno una possibilità di investimento molto elevata. Un segnale di grande attenzione al nostro mondo e per noi una sfida alla nostra capacità progettuale a cui vogliamo rispondere al meglio per la crescita e lo sviluppo di tutti noi”. Accolto con favore anche lo stimolo per l’aggiornamento della legge con la Consulta.

Il bando presentato si rivolge alle imprese con un forte radicamento sul territorio, essenziali per assicurare e difendere uno sviluppo diffuso nella nostra regione.

La Regione ad oggi ha riservato a questo intervento 2,235 milioni di euro, di cui quasi 1,5 per investimenti in ammodernamento tecnologico e poco meno di 750 mila per il sostegno alla nascita di nuove imprese cooperative. Come già detto però presto si aggiungerà un altro milione. Le spese ammissibili riguardano investimenti in macchinari o in interventi edili funzionali alla loro installazione, eventuali investimenti immateriali (come brevetti, software, marchi, ecc.), spese di progettazione e consulenza tecnica.

In particolar modo saranno valorizzati i progetti con significativo impatto energetico ambientale o sulle condizioni di sicurezza e salute dei lavoratori.

L’investimento minimo è di 15 mila euro, mentre il contributo massimo può arrivare a 300.000 Euro nel caso si opti per il regime di esenzione, o a 200.000 Euro se si opta per il de minimis, considerando ovviamente il residuo disponibile sul plafond de minimis.

E’ un intervento che si aggiunge ai diversi provvedimenti avviati per determinare un rilancio dell’economia regionale in tutti i suoi ambiti produttivi.

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