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Nuova legge urbanistica: “Proposta dannosa. Danneggerà cittadini, imprese ed enti locali”

Il gruppo assembleare PD Marche ha presentato i propri rilievi alla proposta che andrà in Consiglio Regionale

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Anna Casini (PD Marche) in conferenza stampa

Il gruppo assembleare del Partito Democratico ha presentato in conferenza stampa i propri rilievi alla proposta di legge n. 217 “Norme della pianificazione per il governo del territorio”, che sarà discussa dal consiglio regionale nella prossima seduta del 21 novembre.

“È una legge dannosa – spiega la vice capogruppo Anna Casini, relatrice di minoranza della proposta di legge – che complicherà la vita dei cittadini. Una proposta che ha un impianto vecchio e ricalca l’impalcatura della legge regionale 34 del 1992, complicandone il sistema gerarchico senza introdurre né innovazioni né snellimenti burocratici, ma anzi appesantendo le procedure e ignorando il tema della partecipazione nella costruzione delle strategie future che Piani dovrebbero contenere. Non ci sono né risorse né termini temporali perentori: questo rischia di bloccare l’azione dei comuni con gravi danni all’economia e alla qualità della vita dei cittadini. È chiaro che questo atto nasce esclusivamente dal tentativo di far sopravvivere il Piano Casa oltre i termini imposti dal Ministero della Cultura. Non è chiaro però il motivo per cui quest’ultimo si debba esprimere anche in merito agli interventi non ubicati in zone tutelate, non si comprende neppure la necessità del parere della commissione locale del paesaggio per immobili o aree non soggetti a tutela, e non esiste altresì alcuna differenza tra gli interventi di ampliamento del 20% di un edificio esistente e quelli di effettiva rigenerazione urbana. Appare inoltre oneroso e ai limiti della legittimità che i consigli comunali debbano deliberare circa l’interesse pubblico di un ampliamento di un fabbricato agricolo. È incomprensibile, infine, la motivazione per cui la delibera debba essere inviata alla Provincia, posto che la nuova legge non individua in capo a quest’ultima alcun parere”.

“Si tratta dell’ennesima legge manifesto – sottolinea il capogruppo Maurizio Mangialardiche parla di tutto e non risolve nulla, costruita con le solite modalità della giunta Acquaroli: nessun reale confronto con le imprese, le associazioni di categoria, gli enti locali, i professionisti, ma solo una serie di passaggi formali. Sono stati ignorati temi chiave come quello della riduzione del consumo di suolo, del dissesto idrogeologico, dell’antisismica, dell’abbandono delle aree interne e dei cambiamenti climatici. L’unico risultato concreto e tangibile che questo testo conseguirà sarà rendere più macchinose le procedure dei cittadini, delle imprese e degli amministratori pubblici. Anzi, per questi ultimi si aggiungerà l’aggravio della mancanza di risorse, visto che la giunta mette a loro disposizione una cifra assolutamente inadeguata, circa 500 mila euro, per adeguarsi alla nuova normativa. Non è difficile immaginare la scontata paralisi amministrativa che ne deriverà”.

“Presenteremo sicuramente degli emendamenti – aggiunge il consigliere regionale Fabrizio Cesettima è ovvio che se saranno respinti e l’impianto resterà quello deliberato dalla giunta regionale, voteremo convintamente contro questo atto. La verità è che quanto è accaduto negli ultimi anni, penso in particolare alla drammatica alluvione che lo scorso anno ha devastato interi territori, avrebbe richiesto da parte della giunta un maggiore sforzo in termini di coraggio e imposto la redazione di un testo unico, previo stralcio del Piano Casa, per una riforma complessiva del governo del territorio che tenesse insieme rigenerazione urbana, politiche abitative, difesa del suolo e valorizzazione dei beni ambientali, paesaggistici e culturali, che non a caso sono al centro di una nostra proposta che andrà a breve in consiglio. Questa legge, invece, che non potrà mai essere attuata, dà un potere eccessivo e interdittivo al Ministero della Cultura (non si capisce perché restano esclusi quelli all’Ambiente e all’Agricoltura) e alla Regione sulle Province e sui Comuni, che però non possono essere espropriati delle loro prerogative e della loro autonomia. Anche per questo, la proposta non tiene conto neppure della recente riforma della Costituzione che introduce tra i principi generali, all’articolo 9, la tutela dell’ambiente, e dispone all’articolo 41 che l’iniziativa economica non debba svolgersi in modo da recare danno all’ambiente”.

“È una proposta di legge – rileva il consigliere Andrea Biancaniche ridimensionando la capacità di pianificare dei territori e rafforzando le prerogative del Ministero e della Regione, si pone in contrasto con il principio di sussidiarietà. Ciò renderà più complicati i procedimenti e comporterà un inevitabile allungamento dei loro tempi amministrativi. Così facendo, oltre a danneggiare i cittadini, si colpisce l’intero mondo dell’edilizia, dalle imprese ai professionisti”.

“È riforma – conclude il consigliere Romano Caranciniche mette le mani della politica sull’urbanistica e confonde i piani di responsabilità. Anzi, direi che si tratta di una vera e propria controriforma spazzatura, a cui dovremo essere noi a rimettere mano per garantire l’interesse di tutti. Approvare una legge così complessa in un solo mese rappresenta una violazione del principio della partecipazione, tutto a danno dei cittadini”.

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