Si è tenuta la cerimonia di consegna del Premio Nazionale Franco Enriquez 2023
Ecco l'elenco di tutti i riconoscimenti al Cortesi di Sirolo
La cerimonia finale della XIX edizione del Premio Nazionale Franco Enriquez – Città di Sirolo e Regione Marche, si è svolta, il 30 agosto 2023, alle 21,00, al Teatro Cortesi di Sirolo.
L’intervento di Paolo Larici, direttore artistico della manifestazione e Presidente del Centro Studi Internazionale per la Drammaturgia e del Premio Franco Enriquez, ha sottolineato l’importanza di avere più competenze tra le associazioni addette alla distribuzione e avere più coraggio nella programmazione.
Il teatro ha bisogno di scenografi, costumisti, macchinisti, illuminotecnici o light designer, un artigianato ed un’arte che vanno scomparendo. Utilizziamo questi nostri piccoli teatri, come il Cortesi di Sirolo, per una riforma culturale e professionale, “non dobbiamo avere paura di progetti di alto spessore perché…non esiste un pubblico all’altezza, esiste il pubblico, disposto a mettersi in gioco ogni sera perché curioso e preparato da un’assidua e costante frequentazione, qui la proposta di una card per il teatro e lo spettacolo dal vivo che ne faciliti la fruizione, dobbiamo ripensare ad una formazione dell’ascolto che può avvenire solo proponendo temi e spettacoli di alto valore”.
In platea, diverse personalità del mondo della cultura, della politica e dello spettacolo che hanno applaudito i premiati per il loro impegno civile e sociale.
Quello che segue è l’elenco dei premi: Alla carriera Filippo Timi “interprete spiazzante che mescola rabbia e dolore a una esilarante ironia. … Filippo Timi tocca il tema della disabilità mettendo a fuoco l’antitesi tra sogno e realtà, tra una società inclusiva e una società esclusiva e discriminante“.
A Elena Mannini, premio alla carriera, perché ha “arricchito il teatro italiano, la scenografia e il costume…espressione di una natura sinergica di intenti a metà tra arte e artigiano“.
Invece, a Vittorio Franceschi, premio per la drammaturgia, “per il suo piccolo capolavoro teatrale, un prezioso gioiello, frutto di un pensiero teatrale consolidato e forte di un’esperienza unica e straordinaria“. E ne Il domatore la sua arte diventa una “sinergia introspezione conoscitiva sulla vita e quindi sul teatro”.
Lungo applauso per Michele Placido che ha ricordato la sua esperienza in palcoscenico vicino a Strehler. All’interprete foggiano va il riconoscimento per miglior attore protagonista: “è uno splendido Don Marzio in questa commedia vivace e arguta di Goldoni che ci offre uno spaccato di vita borghese della Venezia settecentesca…Il suo personaggio, una presenza assenza che giustifica le bricconate della sua maschera“.
A Corrado d’Elia che “interpreta magistralmente il canto di un Omero e ci pone di fronte al tema della vita e delle origini, da contrapporre alla realtà più spiazzante dei nostri giorni“.
Ad Agnese Fallongo che “ci invita a riflettere sul quotidiano nel privato domestico, attraverso l’analisi e la storia di una famiglia, la propria, quella di tutti i giorni che custodisce segreti e imperfezioni, limiti e disincanti“.
A ClaudioCasadio: “straordinario attore, ironico e struggente, malinconico, poetico, commuovente“.
A Giorgio Colangeli: “la figura di Benedetto XVI è interpretata da uno straordinario Giorgio Colangeli…L’attore romano ci regala …una grande sofferenza interiore…oltre al quale l’uomo non può addentrarsi a scapito di una integrità religiosa che si trasformerebbe in superbia“.
A Giancarlo Nicoletti per la migliore regia perché “dirige con maestria una pièce di grande forza emotiva…Lo spettacolo si avvale dell’efficace traduzione di Erba, delle suggestioni scenografie di Chiti e dei costumi di Napolitano e della Mené“.
Ancora, per la fotografia e il cinema, a Lorenzo Cicconi Massi per “la memoria visiva e la visione reale in un tutt’uno“.
A Valter Malosti – la Direzione Artistica di ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione Arena del Sole Bologna- Teatro Storchi – Teatro Bonci di Cesena – per “una grande apertura per tutti i linguaggi, immergendosi in prima persona nella materia teatro con il gusto del rischio a favore di una crescita della comunità“.
A Mariano Rigillo, per la direzione artistica, sensibile alla nuova drammaturgia. Il suo lavoro esprime “messaggio forte che comunica il senso del fare teatro e che tocca tutte le corde della comunicazione, nel compito difficile oggi ma perseguibile, di un linguaggio onnicomprensivo, dove tutto è o diviene teatro“.
All’Accademia d’Arte Drammatica Silvio d’Amico, presidente Gianni Letta: “per aver saputo in questi anni riaffermare l’idea di un’arte della drammaturgia e dell’interpretazione in una prospettiva di crescita culturale e professionale rivolta ai giovani studenti che si affacciano…al mondo dello spettacolo“.
Il Centro Studi Franco Enriquez ha voluto inoltre ricordare “Discorso sulla lettera a una professoressa della scuola di Barbiana e la rivolta degli studenti” diretto da Enriquez nel 1968 alla Biennale di Venezia. Alla Fondazione Don Lorenzo Milani di Firenze riconosce il lavoro di conservazione della memoria, “del messaggio e del patrimonio che la Scuola di Barbiana ha significato e significa per la crescita culturale, sociale e civile del nostro paese”.
Il Premio Enriquez 2023 per la letteratura italiana è assegnato a Emilio Isgrò per la raccolta di versi Si alla notte (ed. Guanda). “Isgrò ci riconduce al cospetto di Jacopo da Lentini e alle sue origini siciliane, cesellando, come un fine artigiano, una poesia d’amore struggente“.
Invece, a Gabriella Cinti è andato il premio “per una poesia drammaturgica che riveste un ruolo primario nell’affermazione di un linguaggio che vuole essere protagonista di un teatro”.
A Eugenio De Signoribus per la poesia che esprime “tutto l’amore, nel suo limite e nel suo illimite, quando non solo in suoni delle parole ma anche le cose indicate hanno un significato”.
Nell’ordine Grandi interpreti: Luciano Biondini, fisarmonicista, (musica Jazz): “ascoltando attentamente si percepisce l’influenza di culture musicali d’oltreoceano, un sapere musicale che sconfina dal classico al jazz, ritmo e melodia e capacità d’improvvisazione che ne fa uno dei più grandi interpreti di questo antico, nobile strumento”.
Inoltre, a Rita Marcotulli (musica jazz e contaminazioni): “dalla tastiera del suo pianoforte le note assumono un sembiante variopinto, che ci rimandano a reminiscenze e influenze brasiliane, africane contaminate da profumi indiani e d’oriente”.
Premio a Edoardo De Angelis e Michele Ascolese (musica pop-folk e canzone d’autore): “per aver saputo riproporre la canzone d’autore come fatto necessario e imprescindibile attraverso l’album Il Cantautore necessario2”.
E a Massimo Germini “per una capacità unica di affermare generi e linguaggi diversi, un chitarrista raffinato e forte di una propria identità. Qualcosa di familiare è un album che rinuncia agli artifizi tecnologici a favore di una intensità emotiva di derivazione popolare…La sorpresa finale è la voce di Germini che si rivela un fine interprete e dotato di una timbrica personale, calda e profonda“.
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