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Sale l’export, cala la produzione: i dati dell’ultimo trimestre 2014 per le Marche

Cala anche il fatturato interno, segno di una crisi che ancora persiste e pesa sulle aziende marchigiane

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Marche, il 2014 si chiude con una crescita dell’export e degli investimenti ma produzione, fatturato e ordinativi sono ancora in calo. Una tendenza che dovrebbe proseguire almeno fino ad aprile. Ad affermarlo il presidente Unioncamere Marche Graziano Di Battista, che ha presentato i dati dell’indagine trimestrale “Giuria della Congiuntura”, realizzata dal Centro Studi Unioncamere Marche.

Nell’ultimo trimestre dell’anno la produzione è calata dell’1,7 per cento, gli ordinativi dell’1,6 per cento e il fatturato dello 0,5 per cento. Positivi solo il fatturato estero (+1,2) e gli ordinativi dall’estero (+1,9). In lieve calo anche le settimane di produzione assicurata che passano da 6,1 a 5,9 mentre è aumentato l’utilizzo degli impianti rispetto al trimestre precedente: dal 75,6 all’81,4 per cento.

Per la ripresa, secondo Unioncamere Marche bisognerà aspettare ancora. Per la fine di marzo, il 31 per cento delle imprese marchigiane si aspetta una ulteriore diminuzione di produzione, fatturato e ordinativi, mentre solo 13 imprese su 100 pensano di produrre e fatturare di più. Oltre la metà delle imprese (tra il 55 e il 57 per cento) prevede una sostanziale stabilità dell’andamento aziendale.

Le nostre imprese sperano che il 2015 sia l’anno d’uscita da questa lunga e difficile crisi ” sostiene Di Battista “e i primi segnali positivi stanno arrivando da investimenti, fatturato e ordinativi esteri. Tra qualche mese il nostro sistema produttivo avrà l’opportunità della straordinaria vetrina dell’ Expo, che proietterà l’immagine del nostro Paese nel mondo. Mi auguro che questo contribuisca a rilanciare anche il mercato interno, che mostra ancora grandi segni di sofferenza e che necessita di interventi sul fronte del costo del lavoro e della riduzione del carico fiscale per le imprese e per i lavoratori”.

Intanto, tra il 2013 e il 2014, sostiene Unioncamere Marche, le imprese che hanno realizzato investimenti sono salite dal 26 al 32 per cento. Durante il 2014 le imprese hanno investito soprattutto per il miglioramento dei prodotti (34 per cento), nuovi impianti e macchinari innovativi (18 per cento), acquisto di computer e software (17), sostituzione di macchinari (15).

Aspettando la fine della recessione che sta incidendo profondamente sul sistema economico e sociale delle Marche, i dati della “Giuria della Congiuntura” di Unioncamere Marche mostrano un quarto trimestre 2014 ancora particolarmente pesante soprattutto per l’artigianato, che ha perso il 2,6 per cento della produzione con il fatturato in calo dell’1 per cento e gli ordinativi del 2,8. Per quanto riguarda i settori manifatturieri, solo la meccanica fa registrare una crescita di produzione (+1,4), fatturato (+1,7) e ordinativi (+1,5). Il segno meno la fa invece da padrone per tutti gli altri settori, con risultati particolarmente pesanti per la produzione del mobile (-3,9) e del calzaturiero (-3,7) mentre l’abbigliamento perde il 2,8 per cento e l’alimentare l’1,8. Sul calzaturiero hanno inciso pesantemente le crisi di Ucraina e Russia, con la conseguente riduzione anche di ordinativi esteri (-3,4) e di fatturato estero (-1,9), che invece sono aumentati per gli altri settori.

Anche negli ultimi mesi del 2014 la crisi ha colpito più pesantemente le imprese più piccole. Secondo la “Giuria della Congiuntura”, quelle con meno di 10 addetti hanno visto la produzione e gli ordinativi calare del 3,1 per cento e il fatturato dell’1,6 per cento. Nelle imprese tra 10 e 49 addetti produzione e ordinativi hanno perso l’1,9 per cento con una contrazione del fatturato dello 0,5 per cento. Infine le aziende tra 50 e 499 addetti hanno visto il fatturato crescere dello 0,7 per cento e gli ordinativi dello 0,2 con la produzione in lieve discesa (-0,2).

Guardando ai territori l’ultimo trimestre dell’anno ha visto le imprese del fermano perdere il 3 per cento della produzione a causa delle difficoltà del calzaturiero ed alla crisi che ha colpito l’export verso la Russia e l’Ucraina. Situazioni che hanno pesato anche nel maceratese, dove la produzione è diminuita del 2,1 per cento. E’ stato invece il mobile ad incidere nel risultato della provincia di Pesaro e Urbino (produzione -1,7 per cento). Infine ad Ascoli Piceno la produzione ha chiuso l’anno con un –1,2 per cento e ad Ancona con un –0,8 e con una sostanziale stabilità del fatturato (+0,1) grazie ai positivi risultati della meccanica.

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