Missione OCSE nelle Marche: un supporto per più attrattività in nuovo contesto globale
Acquaroli: "In grado di offrire grande contributo, serve progetto di sistema". Charbit: "Qui per aiutare a ripensare politica regionale"
Seconda giornata e conclusiva della missione OCSE nelle Marche. Una due giorni dedicata alla discussione delle principali sfide e opportunità per l’attrattività e l’internazionalizzazione dei territori regionali, facendo riferimento in particolare alle crisi e alle evoluzioni recenti del contesto globale.
La mattina del 28 giugno il tema centrale dell’incontro è stato il turismo, la cui delega è in capo al presidente Francesco Acquaroli che ha aperto i lavori.
“Questa è un’occasione molto importante – ha detto Acquaroli – che ci permette di confrontarci con un organismo internazionale e ci consente di fare il punto della situazione. Gli ultimi anni sono stati condizionati dalla crisi sanitaria e ora dalle conseguenze della guerra in Ucraina, con tutte le ricadute negative che ne derivano nei sistemi nazionali e, a cascata, regionali. Le Marche vogliono tornare ad essere sempre più competitive e attrattive e per farlo è necessario un progetto di sistema”.
“Sono convinto – ha continuato Acquaroli – che una delle sfide dell’Unione europea debba proprio essere quella di superare il centralismo e guardare a quelle che apparentemente possono sembrare periferie. E’ qui, in questi territori, come i nostri, che nasce una grande forza competitiva dell’industria, della manifattura, della filiera agroalimentare, con eccellenze riconosciute oggi a livello mondiale, a cui si associano luoghi d’arte, di cultura e di spiritualità che non hanno assolutamente nulla da invidiare a mete molto più famose e frequentate. Quello di cui abbiamo bisogno è il riconoscimento da parte delle istituzioni europee, perché è evidente quali siano le difficoltà delle strutture di piccole dimensioni per stare al passo con i tempi, a cominciare dalla burocrazia. Per essere attrattivi noi abbiamo la necessità di poter accedere a tutte le opportunità finanziarie, politiche, culturali, ma anche e soprattutto amministrative dell’UE. I territori piccoli vanno compresi e supportati, per dare nuove possibilità concrete e realmente fruibili ai giovani, alle imprese del turismo e della manifattura, diminuendo quella distanza che c’è tra le istituzioni e i territori e sentendoci tutti parte di una sfida comune. Solo così tutti insieme possiamo sentirci più europei, più partecipi e anche convinti fautori di politiche comuni”.
Questo è il messaggio che il presidente Acquaroli lancia all’OCSE e indirettamente alle istituzioni europee.
“Stiamo lavorando con molto impegno su questo progetto legato all’attrattività – ha spiegato da parte sua Claire Charbit, capodelegazione e dirigente dell’Unità attrattività regionale e integrazione dei migranti presso il Centro OCSE per l’imprenditorialità, le PMI, le Regioni e le Città – e siamo orgogliosi di farlo con le Marche, oltre che con la Liguria, la Campania e la Sicilia. Tutte queste Regioni condividono da una parte problematiche comuni, quali ad esempio la necessità di coordinarsi meglio, dall’altra esistono risorse molto differenti. Ci siamo resi conto che nelle Marche esiste molto potenziale industriale, compreso quello delle aree rurali o dell’entroterra. C’è inoltre un grande potenziale turistico, che è un po’ ignorato, come se le Marche fossero alla periferia di zone che sono più visibili a livello internazionale. Questo sia per quanto riguarda il turismo che lo sviluppo industriale. Dunque, oggi l’evoluzione della globalizzazione può assegnare un posto a regioni come le Marche e noi siamo qui per aiutare gli attori regionali a identificare indicatori, strumenti, per guidare le loro politiche pubbliche, come una bussola, per ripensare la politica di attrattività regionale in questa evoluzione globale. In tutto questo crediamo fortemente”.
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