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“Report carceri 2020”: nelle Marche il sistema ha tenuto fuori la pandemia

In primo piano soprattutto la situazione sanitaria, ma anche nuove e vecchie criticità

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Report carceri 2020

Un anno particolarmente complesso il 2020 anche per gli istituti penitenziari marchigiani, chiamati a fronteggiare l’emergenza Coronavirus nonostante le vecchie e nuove criticità presenti nelle diverse strutture. Come di consueto, la situazione complessiva viene rappresentata nel “Report 2020” predisposto dal Garante dei diritti, Andrea Nobili, al termine del suo mandato.

Cinque azioni di monitoraggio, circa 500 colloqui con i detenuti, piu’ di 50 ingressi e contatti diretti mantenuti attivi, attraverso la modalità telematica, anche durante il periodo del lockdown, hanno permesso di avere una fotografia costantemente aggiornata di quanto stava accadendo negli stessi istituti.

“E’ ovvio che in questi mesievidenzia Nobilila maggiore attenzione è stata riservata alla diffusione della pandemia. Come ho avuto modo di ribadire in diverse occasioni, il sistema carcerario marchigiano ha retto nel migliore dei modi all’impatto dell’emergenza, grazie all’attuazione scrupolosa delle disposizioni previste per il contrasto e il contenimento della diffusione del Coronavirus, con particolare riferimento ai nuovi arrivi. Un lavoro che si è avvalso della collaborazione di tutto il personale che opera nel carcere. A tutt’oggi è stata registrata la sola positività di un detenuto, proveniente tra l’altro da fuori regione, e si sono palesati alcuni casi tra gli operatori di polizia penitenziaria che non sono entrati, comunque, in contatto con gli stessi detenuti”.

L’emergenza ha inevitabilmente creato problemi anche su altri versanti, come quello delle visite in carcere da parte dei familiari dei detenuti, ai quali è stata però fornita la possibilità di effettuare le videochiamate. Altro discorso quello relativo alle numerose attività trattamentali, in diversi casi attivate dal Garante con altre collaborazioni, che nel corso degli ultimi mesi hanno subito una comprensibile battuta d’arresto.

Analizzando i dati, Nobili non manca di tornare sulle criticità ormai note da tempo, con un sovraffollamento che si ripresenta in modo alterno; la carenza di organici che non riesce anche a colmarsi; alcune patologie, come quelle di tipo psichiatrico o legate alle tossicodipendenze, che continuano a destare preoccupazione.

Un riferimento anche al trasferimento di una quarantina di detenuti da Modena a Marino del Tronto di Ascoli Piceno dopo la rivolta del marzo scorso. E’ stato specificato che in relazione alla situazione complessiva il Garante ha interloquito costantemente, recandosi anche presso il carcere, con le istituzioni dell’amministrazione penitenziaria e sanitaria di Ascoli Piceno.

I dati dei sei istituti marchigiani

Nel complesso i detenuti presenti nelle Marche sono 847, a fronte degli 898 del 2019, di cui 324 stranieri rispetto ai 278 del precedente anno (fonte Ministero Giustizia, dicembre 2020). Risultano effettivamente in servizio 623 agenti di polizia penitenziaria (su 771 assegnati), 14 educatori e 9 psicologi.

L’esame delle singole realtà vede al primo posto la casa circondariale di Montacuto con 319 detenuti (di cui 142 stranieri) per una capienza di 256. Agenti presenti 125 su 176 assegnati, tre educatori e 2 psicologi.

Segue la casa circondariale di Pesaro – Villa Fastiggi con 171 detenuti (di cui 64 stranieri e 14 donne) per una capienza complessiva di 143 unità. In attività 165 agenti (188 gli assegnati), 4 educatori ed uno psicologo.

Si passa poi a Fossombrone con 90 (uno straniero) a fronte di 202 posti disponibili, ma in questo caso è da considerare, come per lo scorso anno, la chiusura di una sezione per detenuti comuni, a causa dei lavori di ristrutturazione. Gli agenti sono 101 su 129 assegnati, 4 gli educatori e 2 gli psicologi.

Infine, Marino del Tronto con 127 ospiti (51 stranieri) su 104, 138 agenti (162 assegnati), due educatori e due psicologi; Barcaglione con 97 (46 stranieri) su 100, 47 agenti su 67 assegnati, un educatore e uno psicologo; Fermo 43 (20 stranieri) su 41, 47 agenti (49 assegnati), uno psicologo.

Per quanto riguarda la Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza) di Macerata Feltria, al momento ubicata nella struttura “Case Badesse”, si registrano 24 ospiti (3 donne).

Senza considerare i problemi legati all’emergenza epidemiologica, a tutt’oggi la tossicodipendenza si conferma il problema principale con 280 casi e numerosi detenuti in terapia metadonica. Preoccupano le patologie di tipo psichiatrico ed i casi di autolesionismo (ne sono stati riscontrati 173), con 13 tentativi di togliersi la vita e un suicidio. Presenti anche diversi detenuti affetti da Epatite C, Hiv ed altre problematiche.

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