I nonni sono il vero paracadute sociale in Italia: oltre 7,4 milioni di famiglie, circa una su tre, sono salvate dalla povertà grazie alle pensione dei nonni.  Di fatto gli assegni pensionistici sono la principale fonte di reddito di molti nuclei familiari italiani.

Un dato che la dice lunga sull’invecchiamento della popolazione e su quanto la pensione sia diventata fondamentale per andare avanti. Un ammortizzatore sociale strategico tanto che “la presenza di un pensionato all’interno di nuclei ‘vulnerabili’ consente quasi di dimezzare l’esposizione al rischio di povertà”.

A certificarlo è l’Istat che fa il conto sulle famiglie con anziani. A ben guardare è più che plausibile che il fenomeno abbia proporzioni ancora più ampie in quanto spesso i pensionati  condividono l’assegno pur vivendo sotto tetti diversi.

L’Istat lo dice in modo chiaro: “E’ progressivamente aumentato il peso delle pensioni maturate nelle fasi di maggiore crescita economica“. Per chi invece adesso è alle prese con il mercato del lavoro la situazione è più difficile e il tutto si riflette sul reddito: “in termini nominali l’importo medio delle prestazioni del 2018 è aumentato del 70% rispetto a quello del 2000, con una dinamica più marcata rispetto a quella registrata dalle retribuzioni”.

Più di uno su tre, il 36,3%, riceve ogni mese meno di mille euro lordi, il 12,2% non supera i 500. E’ l’Istat stesso a denunciare “l’ampia disuguaglianza di reddito tra i pensionati”.