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Marche, barbabietole da zucchero, il bilancio è positivo: pronti a raddoppiare nel 2020

Gardoni: "Una nuova frontiera che riprende una storicità del nostro territorio”

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Il ritorno della barbabietola nelle Marche

Una produzione destinata a raddoppiare già dal prossimo anno. C’è tanto terreno marchigiano nel primo storico pacco di zucchero biologico italiano. Ben 300 ettari che sono tornati alla barbabietola dopo oltre 10 anni di assenza e che sono pronti a raddoppiare per la prossima campagna.

L’annuncio arriva dall’Abbadia di Fiastra dove Coldiretti Marche ha radunato gli agricoltori per fare il punto della situazione con Coprob, l’unico produttore cooperativo di zucchero con una filiera 100% italiana, Federbio e Nuova Abi, l’Associazione Bieticoltori Italiani. “Quello delle zucchero biologico – ha sottolineato Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche – è un progetto di filiera che sta dando risultati e che rilanciamo raddoppiando la futura campagna bieticola in un’ottica di opportunità economica ma anche di salvaguardia dell’ambiente, della biodiversità e della fertilità dei nostri suoli. Una nuova frontiera che riprende una storicità del nostro territorio”.

Zucchero 100% Made in Italy e biologico. Il primo pacco sarà sul mercato da gennaio. Raccomandato da Legambiente, avrà in etichetta numerose informazioni per i consumatori come, ad esempio, l’indicazione delle sette regioni italiane di origine. Tra cui le Marche dove già si sta lavorando a una sperimentazione autunnale su 60 ettari. Per quella estiva la nostra regione si presenterà alla prossima stagione con 600 ettari.

Il territorio regionale marchigiano è storicamente vocato per le barbabietole – ha detto Massimiliano Cenacchi, direttore agricolo di Coprob – e abbiamo importanti margini di miglioramento. Stiamo dimostrando che la sostenibilità agricola non è un concetto astratto: si può fare attraverso la sostenibilità ambientale messa insieme al reddito per l’agricoltore”.

All’incontro, moderato dal direttore di Coldiretti Marche, Enzo Bottos, davanti a un centinaio di agricoltori, hanno preso parola anche Paolo Carnemolla (segretario generale Federbio), il presidente del Consorzio Agrario dell’Adriatico, Filippo Tramonti, Mauro Tonello e Massimo Guzzardi, rispettivamente presidente e direttore di Nuova Abi e il presidente di Coprob, Claudio Gallerani. Insomma, non un ritorno al passato ma un’opportunità che arriva da una maggiore sensibilità di mercato che ha a cuore l’ambiente e l’etica della produzione.

Il beneficio del biologico – ha fatto notare da Federbio, il segretario Carnemolla – non è solo per chi compra e mangia ma soprattutto anche per chi vive nei territori dove si fa un’agricoltura che utilizza meno prodotti chimici, dove c’è più risparmio d’acqua. Tutela della biodiversità Se riusciamo a convertire sempre più terreni, gli italiani mangeranno sempre più biologico italiano ma anche chi vive avrà meno acque inquinate, più sostanza organica e diversità nei terreni. Siamo chiamati a un cambiamento epocale. Il fatto che si cresca con questi ritmi da 10 anni dice che non si tratta di una moda passeggera”.

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