Di nuovo inquinate foci torrenti Vallescura a Fermo e Albula a San Benedetto del Tronto
Il monitoraggio sui corsi d'acqua di Goletta Verde nelle Marche e i risultati del dossier Mare monstrum: 3,7 reati per chilometro di costa
Due foci che risultano inquinate oltre i limiti di legge ogni volta che vengono sottoposte al monitoraggio dei nostri tecnici. Sono quelle del torrente Vallescura nei pressi del Lido di Fermo e quella del fiume Albula, a San Benedetto del Tronto.
Qui gli inquinanti analizzati, marker specifici di problemi legati ad una cattiva o assente depurazione, hanno superato il limite previsto dalla normativa. Entrambe sono state costantemente monitorate da Legambiente dal 2013 al 2017 (non nel 2018 a causa dei lavori in corso) risultando sempre fortemente inquinate, segno quindi di una criticità che permane.
Gli altri dieci punti campionati nella regione dai nostri tecnici sono risultati invece tutti entro i limiti di legge. Ci sono segnali incoraggianti come quello del fiume Tesino, che quest’anno è risultato entro i limiti e quello della foce del Tronto che mostra un miglioramento rispetto gli anni passati rientrando nei limiti della normativa, ma su cui non si può abbassare la guardia.
Con il nostro monitoraggio infatti, è bene ribadirlo, non intendiamo rilasciare patenti di balneabilità, sostituendoci alle autorità competenti in materia di controlli e di balneazione ma, con ‘fotografie’ istantanee, portare all’attenzione di amministratori e cittadini le criticità che minacciano la qualità e la salute dei nostri mari, affinché se ne individuino e risolvano le cause.
È questo il bilancio del monitoraggio svolto lungo le coste marchigiane dall’equipe tecnica di Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane che nelle marche ha effettuato la sua quinte e sesta tappa, prima ad Ancona e poi a San Benedetto. Un viaggio realizzato anche grazie al sostegno sostegno dei partner principali CONOU, Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati e Novamont; dei partner sostenitori Assovetro – Endless Ocean, Ricrea, Consorzio nazionale per il riciclo e il recupero degli imballaggi in acciaio e con il contributo di Pramerica SGR (Pramerica Sicav Social 4 Future). Media partner del tour è La Nuova Ecologia.
Alla presentazione del monitoraggio di Goletta Verde hanno preso parte Mattia Lolli, portavoce Goletta Verde; Francesca Pulcini, presidente Legambiente Marche, Marco Ciarulli, responsabile scientifico Legambiente Marche, Kessili De Bernardinis, Presidente circolo Legambiente lu cucale, Dott.ssa Milena Brandinelli, agenzia ARPAM.
«L’obiettivo del nostro viaggio – spiega Mattia Lolli, portavoce della Goletta Verde – è mantenere alta l’attenzione contro la mala depurazione, le trivellazioni di petrolio, il cemento illegale e il marine litter. Crediamo siano questi i veri nemici del mare da fermare ad ogni costo, purtroppo ci sembra che l’attenzione del Governo, e spesso anche della amministrazioni locali, sia diretta su tutt’altro. È ora di dire basta ad ogni forma di alibi e intervenire in maniera decisa per porre fine a queste emergenze che causano danni all’economia, al turismo e soprattutto all’ambiente a partire dalla gestione delle acque reflue e dall’adeguamento del nostro sistema depurativo. Non va dimenticato che sono già quattro le procedure di infrazione comminate all’Italia dall’Ue con un nuovo deferimento alla Corte di Giustizia arrivato pochi mesi fa. Soldi che avremmo potuto spendere per progetti innovativi a tutela del mare”.
“Anche se in presenza di una situazione non preoccupante – – Francesca Pulcini, Presidente Legambiente Marche – alcuni problemi non sono ancora risolti visto che ci sono criticità che perdurano e vanno approfondite come quella della Foce del Fiume Albula e quella di Vallescura che non è la prima volta che risultano inquinate e per cui richiamiamo alle loro responsabilità anche gli amministratori locali. Il passaggio di Goletta Verde – conclude Pulcini deve essere un’opportunità per ricordare a tutti i portatori d’interesse, compresi i Comuni dell’entroterra, la necessità di mettersi in rete, come avvenuto per il contratto di fiume del Tesino”.
Il dettaglio delle analisi di Goletta Verde
Il monitoraggio di Legambiente (i prelievi sono stati eseguiti dalla squadra di tecnici tra il 14 e il 15 giugno scorso)prende prevalentemente in considerazione i punti scelti in base al “maggior rischio” presunto di inquinamento, individuati dalle segnalazioni non dei circoli di Legambiente e degli stessi cittadini attraverso il servizio SOS Goletta. Foci di fiumi e torrenti, scarichi e piccoli canali che spesso troviamo sulle nostre spiagge che rappresentano i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta alla insufficiente depurazione dei reflui urbani o agli scarichi illegali che, attraverso i corsi d’acqua, arrivano in mare.
I parametri indagati sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come “inquinati” i campioni in cui almeno uno dei due parametri supera il valore limite previsto dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli in cui i limiti vengono superati per più del doppio del valore normativo. I risultati hanno risentito delle diverse condizioni meteo tra il mese di giugno, dove l’intensa piovosità delle settimane precedenti ha causato maggiori portate di fossi, canali e fiumi in mare, e le scarse precipitazioni nei mesi successivi con conseguente minor apporto dei corsi d’acqua.
Questi gli altri punti monitorati, le cui acque sono state giudicate con inquinanti “entro i limiti di legge”: nel Comune di Pesaro (foce fiume Foglia); Comune di Fano (Foce Torrente Arzilla); nel Comune di Senigallia (Spiaggia 30m sud foce Fiume Misa); nel Comune di Falconara Marittima (Foce fiume Esino), Tra i Comuni di Porto Recanati e Numana (Foce Fiume Musone); tra i Comuni di Civitanova Marche e Potenza Picena (Spiaggia presso Foce Fosso Asola); nel Comune di Civitanova Marche (Fosso del Castellaro); nel Comune di Porto Sant’Elpidio (Spiaggia presso Foce Fosso dell’Albero); Tra i Comuni di Porto San Giorgio e Fermo ( Foce torrente Vallescura); nel Comune di Grottammare (spiaggia 20 m sud foce torrente Tesino); nel Comune di San Benedetto del Tronto (Foce torrente Albula e riserva naturale del Sentina).
Ci sono da riscontrare, inoltre, ancora criticità sulla cartellonistica informativa rivolta ai cittadini che, nonostante sia obbligatoria ormai da anni per i comuni, non viene ancora rispettata. Indicazioni che hanno la funzione di divulgare al pubblico la classe di qualità del mare, i dati delle ultime analisi, ecc.
Nei dodici punti monitorati solo in due casi (tra i Comuni di Porto Recanati e Numana presso la Foce Fiume Musone e a Fosso del Castellaro a Civitanova Marche) i tecnici di Goletta Verde hanno segnalato la presenza di questo cartello.
Tra i fattori inquinanti, troppo spesso sottovalutati, c’è anche il corretto smaltimento degli oli esausti. Ecco perché anche quest’anno il CONOU, il Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati, affianca, in qualità di partner principale, le campagne estive di Goletta Verde e di Goletta dei Laghi di Legambiente. Da oltre 35 anni il Consorzio è il punto di riferimento italiano per la raccolta e l’avvio a riciclo degli oli lubrificanti usati su tutto il territorio nazionale. Nel 2018, nelle Marche, il Consorzio ha proceduto alla raccolta di 6.015 tonnellate di olio minerale usato. L’olio – che si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli – è un rifiuto pericoloso per la salute e per l’ambiente che, se smaltito indiscriminatamente, può determinare gravi effetti inquinanti. Altresì, se gestito e rigenerato secondo la prassi corretta, diviene una risorsa preziosa che torna a nuova vita sotto forma di basi lubrificanti; un esempio corretto di economia circolare. Negli anni di attività il CONOU ha raccolto 6 milioni di tonnellate di olio usato, avviandone a rigenerazione 5,3 milioni e consentendo la produzione di 3 milioni di tonnellate di olio rigenerato e un risparmio sulle importazioni di petrolio di circa 3 miliardi di euro, ponendo così l’Italia in vetta al settore a livello europeo.
“La nostra è una missione precisa: salvaguardare l’ambiente da un inquinante pericoloso, ottimizzandone la gestione e i costi relativi in una ottica di massimo riutilizzo” – ha spiegato il presidente del CONOU, Paolo Tomasi. “Il nostro operato in difesa dell’ambiente, del mare e dei laghi in particolare, oltre ad evitare una potenziale dispersione di un rifiuto pericoloso, lo trasforma in una preziosa risorsa per l’economia del Paese”
Goletta Verde nel suo viaggio pone da sempre l’attenzione al brutale assalto che continuano a subire il mare e le coste italiane. Reati che non risparmiamo le Marche , come dimostra la fotografia scattata come ogni anno dal dossier Mare Monstrum 2019 di Legambiente, basato sul lavoro delle Forze dell’ordine e delle Capitanerie di porto. Nelle Marche sono 640 le infrazioni accertate dalle forze dell’ordine nel 2018 per i reati legati al “mare illegale”, con 807 persone arrestate o denunciate e 118 sequestri: in pratica 3,7 infrazioni ogni chilometro di costa.
In testa alla classifica spiccano i reati commessi legati al mare inquinato (da intendere in particolare per scarichi inquinanti e mala depurazione): 212 quelli accertati lo scorso anno con 341 denunce e 72 sequestri. Seguono quelli legati al ciclo del cemento con 203 infrazioni accertate nel 2018 con 233 persone denunciate o arrestate e 28 sequestri effettuati. C’è poi il saccheggio della risorsa ittica dove si contano 166 reati; 166 denunce e un sequestro per un totale di 13.856 kg di prodotti ittici (la quasi totalità pesce, caviale, salmone, tonno rosso, datteri).
Ultimo, ma non meno importante per la salvaguardia dell’ecosistema marino, è il contrasto alle pratiche illecite nella navigazione da diporto sanzionate in particolare dalla Guardia di finanza e dalle Capitanerie di porto. Nelle Marche sono stati censiti 59 reati con 67 persone denunciate e 17 sequestri.
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