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Sisma, conferenza delle regioni sostiene gli emendamenti delle Marche al decreto Crimi

Ceriscioli: "Segnale importante, la ricostruzione torna al centro del dibattito politico"

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Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome

“Per la prima volta la Conferenza dei Presidenti delle Regioni ha chiesto alla Commissione competente di valutare i nostri emendamenti al decreto Crimi sul sisma. Il sostegno ricevuto oggi è un segnale molto importante perché rimette al centro del dibattito politico e istituzionale la ricostruzione post terremoto.”

“Un sostegno reale che porterà l’approvazione di un documento nella prossima seduta. Un confronto al quale sono stati invitati anche il sottosegretario Crimi e il capo della Protezione Civile Borrelli, dai quali la Conferenza si attende risposte adeguate e celeri”. Così il Presidente Luca Ceriscioli, intervenendo a Roma alla Conferenza dei Presidenti delle Regioni.

“Con i nostri emendamenti vogliamo assicurare la possibilità di lavorare alle imprese del territorio nelle opere pubbliche – ha detto Ceriscioli – Ci auguriamo che almeno la metà di tutti i lavori che saranno necessari per la ricostruzione sarà assegnata alle imprese delle 4 regioni del cratere.

Vogliamo poter reclutare personale, da mettere a disposizione dell’Ufficio per la Ricostruzione, in forme più flessibili perché il meccanismo della mobilità da altri enti non funziona. Potremmo avere a costo zero 100 persone in più che lavorano con risorse già stanziate. Chiediamo anche lo sblocco dei 40 milioni di euro messi a disposizione dalla Camera dei deputati per investimenti sul personale, il ripristino dell’intesa con le Regioni per l’approvazione delle ordinanze, e lo stanziamento di fondi statali per l’attuazione del Patto per la Ricostruzione”.

Andando nel dettaglio il presidente ha illustrato una serie di proposte condivise con il tavolo tecnico dei sindacati e delle categorie economiche. In particolare: autocertificazione presentata da un progettista per la ricostruzione ‘leggera’ privata e produttiva, affidamento di servizi e lavori con procedura negoziata fino a 5 milioni di euro per le opere pubbliche, ripristino dell’intesa con i presidenti delle Regioni per approvare le ordinanze.

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