Marche: “Solo il 28,3% pensa di vivere in una zona a rischio criminalità”
A dispetto del forte allarme sociale nel 2017 il numero dei delitti nella regione Marche è diminuito
Un tessuto sociale sano e la percezione di vivere in una zona sicura e esente da rischi di criminalità, sono fondamentali per la competitività delle imprese e per la tranquillità dei cittadini.
E le Marche, da questo punto di vista, non sono più una isola felice, anche se siamo messi meglio rispetto alla media nazionale. Secondo i dati Istat sulla legalità e la sicurezza in Italia, elaborati dal Centro Studi Cna Nazionale per la nostra regione, il 28,3 per cento delle famiglie marchigiane ritiene di vivere in una zona molto o abbastanza rischiosa contro una media nazionale del 33,9 per cento.
Inoltre meno di un marchigiano su tre (31,7 per cento) si sente poco o per niente sicuro se si trova da solo in una strada poco illuminata mentre il 15 per cento ha paura di restare solo in casa la sera.
Si abbassa drasticamente la percezione di degrado nella zona in cui si vive. Solo il 5,9 per cento dei marchigiani ritiene di vivere in una zona degradata, contro una percentuale più che doppia degli italiani (12,1 per cento). Il timore di essere vittima di un reato riguarda 6 marchigiani su 100 mentre sale al 19,7 per cento la preoccupazione di subere una violenza sesssuale.
“Complessivamente il quadro che emerge dai dati Istat” commentano il presidente Cna Marche Gino Sabatini e il segretario Otello Gregorini “ “è confortante, nel senso che i marchigiani si sentono più sicuri rispetto alla media nazionale, temono meno di subire furti, rapine e violenze e ritengono la zona in cui abitano abbastanza sicura e sorvegliata dalle forze dell’ordine. E anche fare impresa in una regione dove esiste un forte controllo del territorio è più semplice”.
A dispetto del forte allarme sociale, nel 2017 il numero dei delitti nella regione Marche è diminuito con 3.036 delitti ogni 100 mila abitanti rispetto ai 3.659 delitti del 2012 . La media nazionale è stata di 4.014 delitti ogni 100 mila abitanti.
Ma se da un lato diminuiscono i furti (-22 per cento), le rapine (-18 per cento), le ingiurie (-97 per cento), le minacce ( -24 per cento), sono in aumento i crimini contro l’economia.
“Si tratta” affermano Sabatini e Gregorini “di reati non associabili a condotte violente ma che recano danno sopratutto alle imprese perché la loro diffusione pregiudica fortemente la propensione all’imprenditorialità e all’investimento. Tra questi rientrano le truffe e le frodi informatiche che sono aumentate tra il 2012 e il 2017 del 40 per cento mentre, per fortuna, a diminuire sono state le contraffazioni di marchi e prodotti industriali, crollate del 49 per cento.”
Ma per quali reati sono preoccupati i marchigiani?
Al primo posto vengono i furti in abitazione temuti dal 60 per cento dei residenti nella regione. Subito dopo viene il furto della propria automobile che è un incubo per 38 marchigiani su cento mentre il rischio di subire una rapina è presente nei pensieri del 35 per cento e gli scippi angustiano il 34 per cento dei nostri concittadini. Il timore di subire una violenza sessuale oppure che la subisca un familiare viene denunciato dal 19,8 per cento dei marchigiani, una percentuale che sale oltre il 50 per cento tra le giovanissime.
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