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Ad Ancona il seminario Arpa “Verso una gestione sostenibile delle attività portuali”

Trenta minicampionatori rafforzeranno la rete di monitoraggio dell’aria del capoluogo

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Un minicampionatore mobile di polveri fini

Saranno circa trenta i minicampionatori mobili di polveri fini, per l’analisi dell’aria nelle città di Ancona e Falconara Marittima, che verranno posizionati dall’Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale) nelle prossime settimane.

Rafforzeranno i controlli dei livelli di PM10 e la loro variabilità nelle singole zone monitorate, nell’ambito del progetto sperimentale, finanziato da Regione Marche, Comune di Ancona e Autorità portuale, presentato dal professor Floriano Bonifazi per valutare l’esposizione della popolazione ai pollini e alle polveri sottoli. Lo ha anticipato il direttore di Arpa Marche, Giancarlo Marchetti, nell’ambito del seminario tecnico sulla gestione sostenibile delle attività portuali.

Organizzato alla Loggia dei Mercanti di Ancona, l’incontro ha richiamato nella Dorica i rappresentanti delle Agenzie ambientali che operano sul territorio nazionale. È stato preceduto dai saluti rivolti ai partecipanti dal presidente della Regione, Luca Ceriscioli. “La gestione sostenibile delle attività nelle aree portuali è fattibile, come dimostra il convegno odierno e anche lo strumento di monitoraggio che verrà posizionato nel capoluogo”, ha detto Ceriscioli.

“Il porto è una grande opportunità per la città di Ancona, per tutta la regione. Ospita tante attività e questo produce emissioni. Andare verso una sempre maggiore qualità ambientale, significa garantire la salute dei cittadini e lo sviluppo del porto perché le garanzie sono elementi che permettono di crescere. La scelta da compiere non è quella di nascondere i problemi, ma di risolverli assieme, per uno sviluppo armonico del territorio, basato sulla qualità della vita, della salute, delle opportunità economiche”.

Il presidente ha poi ribadito che “il porto rappresenta un’infrastruttura di grandissimo valore. La movimentazione delle merci, via mare, è una realtà importante che riduce il traffico su gomma e l’impatto ambientale. Il porto è un’infrastruttura che dà lavoro, produce sviluppo, che ha bisogno di accompagnare la propria crescita economica nel rispetto dell’ambiente e della salute. La Regione si occupa di questo per definizione, salute e ambiente, e lo vogliamo fare con sempre maggiore qualità e impegno”.

In un Paese “che fa della frammentazione la sua bandiera – ha concluso Ceriscioli – aver messo insieme, attraverso questo incontro, le migliori esperienze nazionali, è un alto richiamo al buon regionalismo che sa coniugare la condivisione dei problemi con le peculiarità operative locali”. Nel suo intervento introduttivo, il direttore Marchetti ha ricordato che “dai primi di gennaio è iniziato un campionamento giornaliero di polveri fini ad Ancona, nelle stazioni di rilevamento della Cittadella e in quella mobile vicino alla stazione ferroviaria”.

Proseguirà per tutto l’anno e, verosimilmente, fino alla primavera 2020. Verranno tracciati i principali inquinanti e i metalli pesanti, valutando la loro distribuzione nell’area urbana grazie ai minicampionatori mobili. “Il confronto tra i dati forniti dalle stazioni fisse e da questi nuovi dispositivi – ha detto Marchetti – consente di ampliare l’area di indagine, abbattendo i costi di gestione. I minicampionatori sono strumenti molto piccoli, alimentati a pannelli solari, installabili ovunque, dai balconi ai pali dell’illuminazione”.

Sviluppo, sicurezza e sostenibilità “sono le tre linee di azione su cui opera tutto il sistema portuale – ha evidenziato Rodolfo Giampieri, presidente Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale – La sostenibilità, in particolare, è il tema fondamentale per il rapporto con le comunità, specie in un porto, come quello di Ancona, che opera a ridosso della città, e forte elemento di competitività per le imprese.

Un tema su cui stiamo lavorando con le altre istituzioni: in collaborazione con la Capitaneria di porto di Ancona e le compagnie di navigazione, abbiamo firmato l’accordo blue agreement che prevede l’utilizzo di combustibile per uso marittimo con un tenore di zolfo non superiore allo 0,1%, rispetto all’1,5% previsto dall’attuale legge, in ormeggio e in movimentazione dal porto”.

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