Medici e Dirigenti proclamano altre due giornate di sciopero, in piazza il 25 gennaio
Anaao Assomed Marche: "Promesse disattese. Ci mobilitiamo per la sanità pubblica e per la dignità del lavoro"
Lo sciopero del 23 novembre di tutti il comparto sanitario tra medici, dirigenti e infermieri con un’adesione superiore all’80% sembrava aver prodotto degli effetti positivi.
“Ai nostri delegati nazionali erano state fatte delle promesse che invece sono state ancora una volta disattese– ha detto Oriano Mercante, Segretario di Anaao Assomed Marche, principale sindacato di medici e dirigenti sanitari – e dunque siamo pronti a scendere di nuovo in piazza con due giornate di sciopero, venerdì 25 gennaio e poi un’altra giornata in febbraio“.
“Il timore che si spendessero parole di rassicurazione senza che ad esse seguissero i fatti era concreto e purtroppo siamo stati buoni profeti anche se, purtroppo, non era difficile. Le rivendicazioni sono le stesse ormai da anni“. Ancora una volta le sigle sindacali unite di medici, veterinari e dirigenti sanitari alzeranno la voce anche a livello locale per chiedere un adeguato finanziamento del sistema sanitario pubblico e il rinnovo del contratto di lavoro.
“Inoltre – insiste Mercante – chiederemo la cancellazione dell’anacronistico blocco della spesa per il personale della sanità fissato al dato 2004 dell’1,4%, per facilitare il turnover del personale aprendo finalmente una stagione di assunzioni del Sistema Sanitario Nazionale in grado di far fronte nei prossimi 5 anni al pensionamento del 40% dei medici, veterinari e dirigenti sanitari completando il percorso di stabilizzazione dei precari avviata con la legge Madia.
Stando ai dati sono 151 i dirigenti medici e 40 i dirigenti sanitari che operano nella sanità pubblica nelle Marche che acquisiranno il diritto di andare in pensione con Quota 100 o comunque nel breve periodo. In Italia il totale di 4.723 Dirigenti Medici e 919 Dirigenti Sanitari. Il Servizio Sanitario Nazionale perderebbe in poco tempo gran parte delle professionalità più esperte senza possibilità di sostituirle per mancanza di fondi creando vuoti di organico.
Di ottimismo ormai non si parla più. “Siamo oggetto di rimpalli di responsabilità politica tra le forze che hanno governato prima e quelle che governano oggi. Noi siamo apartitici e comunque è chiaro che cambiando il colore il risultato non cambia. Sciopereremo, saremo precettati perché poi siamo indispensabili ed il servizio va garantito, ma la sanità pubblica ne uscirà impoverita e mortificata nonostante gli slogan e le parole di circostanze che onestamente sono ormai insopportabili”.
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