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Apertura anticipata della caccia nelle Marche: critiche da Brignone, segretaria di Possibile

"Decisione ingiustificata da parte della Giunta Regionale, in continuità con scelte miopi e dannose dell'anno precedente"

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La Regione Marche, con altre tredici regioni italiane, ha deliberato l’anticipo dell’inizio della stagione venatoria, consentendo di sparare sin dal primo Settembre anziché dalla terza domenica (16 settembre) come da calendario venatorio.

“La scelta costituisce l’ennesimo strappo che sta portando a una totale disattenzione verso la tutela della nostra fauna” sottolinea Beatrice Brignone, segretaria di Possibile.

“Le preaperture non sono infatti obbligatorie, ma sono concesse da amministratori alla ricerca di consenso politico, come già sottolineato in questi giorni dalle associazioni animaliste.

Non si colgono le ragioni che giustificano l’apertura anticipata della stagione venatoria, se non la ricerca spasmodica di consenso all’interno di una lobby a discapito del benessere e della protezione della fauna. Le aperture straordinarie comportano un aumento delle uccisioni degli animali e il disturbo di fragili equilibri ambientali.

L’inserimento di un periodo di riposo nelle ore centrali della giornata, descritto dall’assessore regionale alla Caccia, Moreno Pieroni, come una misura per un prelievo sostenibile, risulta essere ingiustificato e non veritiero. Le azioni intraprese dalla giunta marchigiana nel 2018 risultano in continuità con le decisioni sbagliate dello scorso anno.

Noi di Possibile crediamo che un governo lungimirante si dovrebbe impegnare nella revisione profonda della normativa in materia e nella battaglia per l’abolizione dell’art. 842 del codice civile, che prevede che un cacciatore possa entrare in un fondo privato altrui senza autorizzazione del proprietario. Riteniamo perciò che, al di là delle parole dell’assessore Pieroni sull’attenzione alle istanze dei mondi agricolo e ambientalista, le scelte della giunta regionale in materia siano miopi e dannose.

da Possibile Marche

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