A Senigallia l’incontro con Vito Alfieri Fontana: “parlare di pace, più che mai”
Antonio Mastrovincenzo: "abbiamo bisogno di testimonianze forti come la sua"
Da produttore di armi da guerra a testimone di pace. Vito Alfieri Fontana, ex proprietario dell’azienda produttrice di mine anti-uomo Tecnovar, è stato il protagonista dell’incontro di oggi pomeriggio al cinema Gabbiano di Senigallia, nell’ambito di “Se vuoi la pace, prepara la pace”.
La rassegna, organizzata dall’Università per la Pace, con il sostegno di Giunta e Consiglio regionale e in collaborazione con enti locali e associazioni, per la sua VI edizione ha scelto come testimonial l’ingegnere barese che alla fine degli anni Novanta smette di produrre armi per diventare u “cacciatore di mine” e bonificare la regione dei Balcani, teatro di ripetute guerre. “Oggi – ha commentato il presidente Antonio Mastrovincenzo – serve più che mai di parlare di pace e di non violenza. La storia di Vito Alfieri Fontana, con il suo coraggio, la sua capacità di mettersi in discussione, aiuta a spiegare la pace, soprattutto ai giovani e alle nuove generazioni, più di ogni altra parola. Abbiamo bisogno di testimonianze forti come questa per non dare mai per scontata la pace”.
All’iniziativa sono intervenuti anche l’assessore alla cultura del Comune di Senigallia Simonetta Buccari e il presidente dell’Università per la Pace Mario. La Tecnovar cessa la produzione di ordigni bellici nel ’97, dopo che Fontana mette in discussione tutta la sua vita e abdica al ruolo di imprenditore ereditato dal padre, come spiega il documentario “Il Successore” del giovane regista pugliese Mattia Epifani, realizzato nel 2015 e proiettato oggi. La sua “sliding door” si apre quando non sa cosa rispondere al figlio che gli chiede perché proprio lui debba costruire armi.
“Questa porta me l’hanno spalancata i miei figli e tanti amici – racconta Fontana – . La mia precedente vita era una vita più comoda, ma portava continuamente a dei compromessi. L’altra vita, quella di sminatore, è stata molto più difficile, sia dal punto di vista umano che dal punto di vista fisico, ma è stata bellissima. Nel mondo oggi ci sono 15 mila sminatori che ogni giorno tolgono terreno alla guerra e lo donano alla pace. Se ogni giorno ognuno di noi pensasse a dare un metro quadrato di pace al suo vicino, alla sua gente, si farebbero grandi cose. Ai ragazzi dico di non chiudere mai gli occhi, di approfondire, perché dentro di sé si trova sempre la soluzione giusta”.
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