“Ci siamo anche noi”, ecco il giornale dei detenuti delle Marche
Le loro vite raccontate in un volume speciale, che mette assieme le singole varie esperienze
Un giornale dalla copertina rossa, per raccontare le vite e le speranze che ci sono dietro le sbarre di un carcere.
Si intitola ‘Ci siamo anche noi’l’edizione speciale che mette insieme le esperienze editoriali nate all’interno del carcere, capofila la casa di reclusione di Fermo con ‘L’Altra chiave news’ con la responsabile Angelica Malvatani che ha coinvolto la redazione di Pesaro con ‘Penna libera tutti’, Ancona Montacuto con ‘Fuori riga’ e Fossombrone con ‘Mondo a quadretti’.
È il primo risultato del coordinamento dei giornali supportato dalla Regione all’interno del progetto ‘La parola ai detenuti’, 10 mila euro per il 2017, 13 mila per il 2018 per incentivare l’attività di giornalisti e volontari che riescono a dare voce ai detenuti e costruire progetti di legalità destinati alle scuole.
L’assessore al Bilancio Fabrizio Cesetti parla di un impegno che rientra nell’ambito della legge regionale 28/2008, di supporto alle fragilità e per sostenere tutte quelle attività che possono gestire i soggetti che a vario titolo sono destinatari di provvedimenti restrittivi, di carattere preventivo o definitivo.
L’obiettivo è consolidare il ponte che ci deve essere tra gli istituti di pena e la società esterna, da consolidare perché è la precondizione affinché l’espiazione stessa abbia un senso, per tendere alla rieducazione dei soggetti condannati e al loro reinserimento.
Il dirigente Giovanni Santarelli ha sottolineato che in 18 anni la Regione ha destinato risorse per 6 milioni di euro per attività di supporto agli istituti marchigiani, per sostenere i giornali, per le attività teatrali, per la gestione delle biblioteche e di ogni attività che potesse ricostruire un percorso di vita interrotto.
Importanti anche i progetti di gestione dei crimini particolari come quelli dei sex offender ma anche il servizio di mediazione dei conflitti, per provare a conciliare l’autore del reato e la vittima.
Le esperienze editoriali sono fondamentali all’interno degli istituti di pena, lo ha ribadito Marco Bonfiglioli, dirigente del Provveditorato dell’amministrazione penitenziaria di Emilia Romagna e Marche: “Il sogno sarebbe pensare che si parli di carcere non solo quando ci sono fatti eclatanti di cronaca ma anche nella normalità perché quella dobbiamo presidiare, le esperienze dei giornali sono utili ponti per abbattere pregiudizi e difficoltà, per costruire ponti e dare possibilità di recupero alle persone. L’impegno deve essere quello di assicurare progetti di lavoro e supporto abitativo a chi prova a ricostruirsi dopo un periodo in carcere”.
Il progetto di coordinamento dei giornali è stato presentato dall’Ambito sociale XIX di Fermo, coordinato da Alessandro Ranieri, il sindaco di Fermo Paolo Calcinaro si è detto orgoglioso del lavoro fatto, soprattutto nella costruzione di rapporti stabili con le scuole, progetti reali di educazione alla legalità. La direttrice del carcere di Fermo, Eleonora Consoli, con il responsabile dell’area tratta mentale Nicola Arbusti e l’operatrice Lucia Tarquini, hanno sottolineato il valore degli incontri periodici nella redazione del carcere, con i detenuti coinvolti che si sentono responsabili di un progetto dalle forti valenze educative. Ogni redazione lavora con una media di dieci detenuti alla volta, negli anni centinaia le persone coinvolte nel raccontare storie, sollevare problemi, parlare per risolvere.
Le conclusioni sono del Garante dei Diritti, Andrea Nobili, secondo il quale il nostro territorio nonostante le difficoltà riesce a dare risposte di sistema. C’è un dialogo che in altre regioni non si esprime allo stesso livello. E’ l’esempio di quello che si può fare in ambito carcerario, la rete delle redazioni carcerarie ha un valore aggiunto nel fare sistema.
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