Sanità nelle Marche, il personale sta invecchiando
Cresce del 10% l'età media dei dipendenti negli ultimi dieci anni
Se manca la qualità nel servizio ci rimette il malato. Ecco una delle motivazioni insieme alla cronica carenza di organico con il blocco del turn-over e la mancata assunzione dei giovani, alla base dell’iniziativa organizzata dall’associazione regionale di Medici e Dirigenti Sanitari Anaao-Assomed e Nurisnd, Sindacato delle professioni infermieristiche, con l’Alto Patrocinio del Ministero della Salute.
Ai partecipanti è giunto un messaggio di saluto anche del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin che ha assicurato l’attenzione del governo al tema proposto nel convegno. L’On. Emanuele Lodolini ha portato il proprio saluto rimarcando “la necessità di portare all’attenzione del Parlamento questo tema che riguarda tutti, non solo medici ed infermieri, e che potrà essere oggetto di discussione nella prossima legge di Bilancio”. Le criticità del lavoro nella Sanità nascono dalla differenza nelle problematiche tra lavoratori giovani, spesso lontani da casa e dai figli con la difficoltà di conciliare lavoro e famiglia e quelli prossimi al pensionamento, che dovrebbero essere messi nelle condizioni di non dover svolgere turni troppo lunghi o particolarmente faticosi.
Oriano Mercante, Segretario regionale di Anaao-Assomed e Giuseppino Conti, Segretario regionale di Nursind hanno anticipato i numerosi interventi che hanno colto tutte le differenti problematiche sul tavolo a partire dalla crescita dell’età media del personale negli ultimi 10 anni. Dai dati 2016, nelle Marche l’età media degli infermieri è 43 anni, 48 anni per i medici, 55 per i dirigenti di struttura complessa.
Nel 2006 era inferiore di circa il 10%. “Il tema è complesso ma necessario perché se manca la Qualità del servizio alla fine ci rimette il malato – ha detto Oriano Mercante – Il lavoratore anziano è una risorsa non un problema ma va utilizzato correttamente riducendo i tempi dei turni, esentandolo dai turni notturni e dalla reperibilità”. “Insieme siamo una grande forza – ha aggiunto Giuseppino Conti – che tuttavia vive delle difficoltà che dobbiamo affrontare. Ad oggi combattiamo con un’altissima mobilità del personale infermieristico i più giovani dei quali lasciano spesso il resto della famiglia a centinaia di chilometri e prendono servizio in città che non conoscono trovandosi a dover cercare un alloggio ed a riorganizzare la propria vita facendo un lavoro che spesso è emotivamente provante”.
Avere una popolazione lavorativa nel comparto Sanità che invecchia velocemente è una problematica nuova, a cui le nostre organizzazioni devono prepararsi. Coloro che sono in età prossima alla quiescenza rimarrebbero nella professione se l’ambiente lavorativo e il sistema di riconoscimento retributivo fossero adeguati.
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