Brignone: “La regione Marche sospenda l’apertura della stagione venatoria”
La fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello stato
A causa della siccità e degli incendi che hanno colpito duramente il Paese, nei giorni scorsi l’Ispra – richiamando quanto previsto dalla legge n. 157/92, art. 19, comma 1- ha inviato a tutte le regioni una nota con la quale chiede provvedimenti cautelativi atti a evitare che popolazioni in condizioni di particolare vulnerabilità possano subire danni, in particolare nei territori interessati da incendi e condizioni climatiche estreme, nonché suggerendo limitazioni all’attività venatoria prossima all’apertura in considerazione che la stagione estiva, caratterizzata da temperature massime molto elevate e prolungati periodi di siccità metterebbe a serio rischio il nostro patrimonio faunistico.
L’Ispra, giustamente ritiene che in presenza di eventi climatici particolarmente avversi per la fauna, vada applicato il principio di precauzione. Consiglia quindi di adottare tutte le misure necessarie per evitare ulteriori motivi di aggravamento di calo demografico della specie selvatica.
E’ opportuno che la Regione Marche disponga l’immediato divieto dell’attività venatoria perlomeno per il mese di settembre e ponga in essere limitazioni a tutto il periodo della stagione venatoria 2017/2018 al fine di consentire agli habitat e alla fauna di recuperare le condizioni fisiologiche proprio in considerazione del fatto che dopo le elevate temperature, gli incendi e la siccità, gli animali selvatici sono più vulnerabili.
Dal sito della Regione Marche, si può leggere che: “La Regione tutela la fauna selvatica programmando l’utilizzazione del territorio e l’uso delle risorse naturali e disciplina il prelievo venatorio nel rispetto delle tradizioni locali e dell’equilibrio ambientale nell’ambito delle funzioni ad essa trasferite e nell’osservanza dei principi e delle norme stabiliti dalla legge 11 febbraio 1992, n. 157, dalle direttive comunitarie, dalle convenzioni internazionali”.
Tale comunicazione è incongruente in condizioni metereologiche caratterizzate dalle eccezionali ondate di calore e conseguenti temperature molto elevate, basti pensare che a causa degli incendi nel Paese sono andati distrutti nel solo mese di luglio oltre 65.000 ettari comprese estese zone particolarmente pregiate per ricchezza di biodiversità.
Gli uccelli, in particolare per quanto riguarda la specie acquatica, che hanno iniziato il viaggio migratorio verso l’Africa, nelle regioni del centro e del sud troveranno grosse difficoltà per il nutrimento e la sosta a causa delle situazioni mutate. Per questo è necessario che le aree coinvolte da incendi siano sottratte all’attività venatoria e nelle restanti aree, l’applicazione di restrizioni temporali così come previsto dalla legge 157/92.
Anche le Marche hanno dovuto chiedere lo stato di calamità a causa della siccità che ha coinvolto la nostra regione ed è quindi ovvia la difficoltà dei nostri agricoltori e il rischio di conservazione della fauna selvatica.
Il presidente Luca Ceriscioli e l’assessore Moreno Pieroni prendano atto degli appelli delle associazioni animaliste e ambientaliste e della nota dell’Ispra intervenendo ai sensi dell’art. 51 della legge Regionale n. 8 del 1994 che dispone il divieto o la riduzione dell’attività venatoria in particolari condizioni ambientali o climatiche.
Si eviti di procurare ulteriori danni ambientali, si tuteli la fauna selvatica sopravvissuta alle condizioni climatiche avverse che si è riversata nelle poche aree rimaste dove è consentito loro l’abbeveraggio. Se non verrà sospesa la caccia sino a condizioni metereologiche migliori avremo danni irreversibili per l’eco sistema e il patrimonio faunistico, che ricordo, non è di proprietà delle regioni e tanto meno degli cacciatori, bensì patrimonio indisponibile dello Stato.
Se il due settembre prossimo, nonostante gli appelli e la nota Ispra, le regioni coinvolte da siccità grave e incendi non sospenderanno la caccia, presenterò immediatamente un interrogazione al Ministero dell’Ambiente all’apertura delle Camere. Il silenzio assordante del Ministro Galletti dimostra ancora una volta la sua inadeguatezza di guidare un Dicastero importante come quello dell’Ambiente.
Lo dichiara in una nota, la deputata di
Possibile, Beatrice Brignone.
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