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Sisma: oltre un milione di tonnellate di macerie in corso di rimozione

I dati definitivi del piano regionale

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Il campanile di Camerino crollato su un'abitazione dopo il terremoto del 30 ottobre

Ammonta ad un totale di 1.087.252,75 tonnellate la quantità di macerie definitiva stimata dal Piano di rimozione macerie regionale su un totale di 53 Comuni interessati che hanno predisposto i loro piani di rimozione. Le tonnellate rimosse fino ad ora sono circa 71 mila.

Tre i territori provinciali interessati:
la provincia di Ascoli Piceno con 563.663 tonnellate di macerie su 15 Comuni;
la provincia di Macerata con 482.438,75 tonnellate di macerie su 33 Comuni;
la provincia di Fermo con 41.151 tonnellate su 5 Comuni.

Come previsto, una volta completati i piani – spiega il presidente della Regione Luca Ceriscioli – la quantità di macerie stimate è cresciuta notevolmente, ma la loro rimozione, cominciata a marzo, procede senza sosta. Ringrazio i Comuni che stanno collaborando con gli uffici della Regione. Circa 1200 tonnellate al giorno e a regime arriveremo a 2500 al giorno per un costo di 50 euro/t per carico, trasporto, cernita, separazione e recupero”.

Tre anche i siti di raccolta individuati dalla Regione negli scorsi mesi: area UNIMER ad Arquata del Tronto, area località Piane di Chienti a Tolentino gestita da COSMARI s.r.l., località Stallo, ex cava a San Ginesio sito gestito dalla COSMARI, capannone industriale a Monteprandone gestito da PICENOAMBIENTE. Le operazioni sono particolarmente delicate e complesse: i gestori devono infatti raggiungere e caricare le macerie dai vari siti, resi accessibili dalle ordinanze dei sindaci, una volta proceduto con le eventuali demolizioni degli edifici pericolanti e la messa in sicurezza delle strade e delle possibili frane.

Inoltre durante la rimozione gli operatori pongono particolare attenzione per esempio ai rifiuti speciali, come l’amianto che viene separato e gestito con procedura speciale. Inoltre il materiale, prima di essere rimosso, viene classificato in tre classi: la prima è quella di interesse culturale e architettonico gestita direttamente dal MIBACT, per la seconda viene fatta una selezione dai gestori insieme ai funzionari del Mibact, solo alla fine viene classificata e identificata come un rifiuto urbano e quindi caricato e trasportato nei siti di deposito temporaneo per la gestione complessiva, così come previsto dal piano regionale di rimozione macerie: selezione, cernita e avvio dei materiali al recupero.

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