Nelle Marche la pausa pranzo non si fa nei ristoranti, ma si porta da casa
Un'indagine svela le tendenze, diverse a seconda delle province, nell'utilizzo dei buoni pasto
Nelle Marche la pausa pranzo non si fa al ristorante ma si porta da casa. Questo è quanto emerge dai dati di utilizzo dei buoni pasto nel 2016 di Repas Lunch Coupon, società italiana del settore, attiva nelle Marche da 25 anni. Il buono pasto si conferma uno strumento di welfare particolarmente apprezzato e importante per i lavoratori che nell’oltre 88% dei casi prediligono spenderlo nelle catene della grande distribuzione invece che nei ristoranti.
Quando si tratta di scegliere che tipo di acquisto fare al supermercato, la spesa dei buoni pasto indica una netta preferenza (oltre il 73%) per i prodotti alimentari da scaffale, come pasta o riso ad esempio. Ma c’è anche chi, e sono il 15%, sceglie i prodotti freschi dei banchi gastronomia per un pasto pronto e veloce o perché più attenti alla qualità. Pranzare fuori durante la settimana rimane una scelta minoritaria, solo l’11,8% dei coupon vanno infatti a ristoranti, pizzerie e tavole calde.
A livello provinciale, Ascoli Piceno e Ancona guidano la tendenza generale, con rispettivamente più del 98% e 86% di spesa dei buoni pasto nella GDO, oltre la media regionale. Nei supermercati di queste due province, chi spende i buoni pasto preferisce di gran lunga dirigersi verso i reparti alimentari (87,3% ad Ascoli Piceno e 80% ad Ancona) mentre i prodotti freschi si classificano al secondo posto (10,9% e 8,3%). Andare a pranzo fuori non è abitudine per gli ascolani, che spendono i buoni pasto in ristoranti e pizzerie solo nell’1,8% dei casi.
Macerata e Pesaro Urbino si dimostrano invece più esigenti quando si tratta di pausa pranzo. Anche in queste province il buono pasto si spende al supermercato (81% e 80%), ma a differenza delle precedenti, i lavoratori preferiscono acquistare prodotti freschi e di qualità come ad esempio gli affettati, i formaggi o la pasta fresca dai banchi gastronomia che pesano rispettivamente per il 57% e il 47%. Maceratesi e pesaresi, inoltre, danno maggiore spazio a un pranzo al ristorante, che vale per questi ultimi oltre il 28% e per i primi circa il 19%.
L’eccezione principale è rappresentata dall’area di Fermo, che in controtendenza al resto delle province Marchigiane dimostra di apprezzare maggiormente una pausa pranzo più rilassata. Oltre il 40% spende infatti il proprio buono pasto in un ristorante o in una pizzeria nonostante quasi il 60% lo utilizzi al supermercato e preferisca quindi portarsi il pranzo da casa.
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