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Pubblico e privato assieme per riqualificare i servizi socio-sanitari

Nuove norme regolamentano le forme di collaborazione possibili

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Operatori sanitari, sanità

Pubblico e privato insieme per riqualificare servizi e strutture sociosanitarie. Una opportunità offerta dalla legislazione nazionale che individua nelle “sperimentazioni gestionali” lo strumento idoneo a renderla operativa.

La competenza è passata alle Regioni e le Marche disciplinano la novità con una proposta di legge inviata dalla Giunta all’approvazione dell’Assemblea legislativa. Le norme regolamentano le forme di collaborazione, prevedendo quelle “istituzionali” (costituzione di un nuovo soggetto giuridico) e quelle “convenzionate” (fondate su rapporti contrattuali).

“Le esigenze sanitarie e sociosanitarie sono mutate nel tempo, imponendo cambiamenti profondi  nella gestione delle patologie e dei servizi – commenta il presidente Luca Ceriscioli – È sempre più avvertita la necessità di introdurre nuovi strumenti e modelli gestionali per far fronte allo sviluppo tecnologico, all’evoluzione del quadro epidemiologico, all’aumento dell’età della popolazione assistita, alla crescita dei costi assistenziali. La proposta di legge porta a sintesi tutte queste esigenze, introducendo strumenti e modelli gestionali capaci di coniugare la qualità dell’offerta con l’efficienza della spesa. Esempi concreti possono essere individuati, ad esempio, nella gestione dei macchinari diagnostici: un loro utilizzo calibrato alle esigenze orarie dell’utenza, potrà contribuire alla riduzione delle liste d’attesa”.

Le partnership tra pubblico e privato hanno subito un’evoluzione normativa per perseguire obiettivi condivisi con maggiore celerità. La flessibilità dei vari modelli gestionali, in particolare, consente di acquisire più agevolmente le risorse indispensabili (finanziarie, tecnologiche, manageriali, professionali). La proposta di legge riconduce tutte queste esigenze nell’ambito della programmazione regionale, dando comunque spazio anche a programmi non ricompresi, ma di “oggettivo interesse pubblico”.

Le proposte potranno essere formulate dall’Asur, dalle altre Aziende del servizio sanitario regionale, da enti e amministrazioni pubbliche e dai privati. La norma, una volta in vigore, consentirà di superare le principali criticità, legate, soprattutto, alla selezione dei partner e alla regolamentazione del rapporto tra pubblico e privato.

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