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Clima ed energia, “nelle Marche serve Patto dei sindaci”

Importante incontro mercoledì 24 maggio su tutela dell'ambiente e sviluppo sostenibile

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Cambiamenti climatici, patto dei sindaci

Lanciare ufficialmente, nelle Marche, il “Patto dei sindaci per il clima e l’energia”. È l’obiettivo del forum in programma, a Urbino, nella giornata di mercoledì 24 maggio presso l’Aula Magna del l’Università degli studi Carlo Bo.

Con l’assistenza tecnica di Svim, la Regione “vuole investire nel ruolo strategico degli enti locali per lo sviluppo sostenibile del territorio marchigiano, incoraggiando tutti i Comuni ad aderite al Patto. Scelta necessaria per trasformare le sfide poste dal cambiamento climatico in un’opportunità di rilancio delle proprie comunità”, ha sottolineato l’assessora all’Energia e Politiche comunitarie, Manuela Bora, nella conferenza stampa di anticipazione dell’evento.

“Sarei orgogliosa di poter comunicare, a Bruxelles, che le Marche intere aderiscono alla strategia”, sottolinea  l’assessora Bora, che  è anche ambasciatrice del Patto e componente del Consiglio del Patto europeo. Ad oggi hanno aderito al Patto una quarantina di Comuni, pari a un terzo della popolazione regionale.. “Ci auguriamo che da Urbino venga la spinta e l’adesione delle comunità locali per centrare questo importante obiettivo”.

A Urbino il forum avvierà anche un dibattito nazionale e internazionale, con rappresentanti istituzionali dei Comuni di Roma, Firenze, Milano e l’esperienza maturata in altri contesti europei, come la Spagna. “Invitiamo i sindaci ad aderire al Patto, per stilare, poi, un unico piano d’azione che coinvolga tutti i comuni marchigiani e presentarci a Bruxelles come regione virtuosa, in modo da convogliare su questa iniziativa i fondi Bei e della Commissione europea”, ha rimarcato Gianluca Carrabs, amministratore unico Svim Marche.

Il Patto è un accordo volontario, previsto dalla Commissione, allo scopo di raggiungere gli obiettivi del protocollo di Kyoto al 2020, oggi traslati al 2030 per la riduzione della CO2, per la produzione delle energie rinnovabili e per l’efficientamento energetico. Questo progetto, ha proseguito Carrabs: “Rappresenta una grande opportunità non solo per la conservazione, la tutela ambientale e lo sviluppo sostenibile, ma anche perché c’è un grosso investimento economico e produttivo legato a questo piano. Basta pensare alle opportunità offerte dal settore edilizio, attualmente fermo e all’impulso che potrebbe avere dalla riqualificazione energetica degli edifici. Ragionare sulle energie alternative, sul risparmio energetico è quindi importantissimo dal punto di vista economico, non solo sociale e ambientale”.

I firmatari del patto si impegnano a raggiungere, entro il 2030, una riduzione del 40 per cento delle emissioni di gas serra. “Le autorità pubbliche, a tutti i livelli, giocano un ruolo fondamentale in questa sfida in quanto attori chiave per indirizzare lo sviluppo dei loro territori – ha sottolineato Bora – Le Marche sono impegnate e credono in questo ambizioso obiettivo”, essendo stata la prima Regione ad adottare il Pear (Piano energetico ambientale regionale) nel 2007.

L’aggiornamento del 2016 ha rimarcato l’esigenza di riconvertire il sistema economico energetico regionale dalle fonti fossili alle rinnovabili. All’incontro con la stampa ha partecipato il professor Simone Galeotti dell’Università di Urbino: “Nella lotta ai cambiamenti climatici è importante fare rete: l’idea del patto è quella di sviluppare una sinergia dal basso per affrontare sfide complesse”.

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