Anci Marche al fianco del sindaco di Ussita
"Non si può ostacolare chi lavora per una comunità devastata dal terremoto"
“Sono a fianco a Marco Rinaldi, sindaco di Ussita, ma non solo formalmente per il ruolo istituzionale che ricopro, ma convintamente e decisamente perché chi lavora per contribuire a risollevare una comunità devastata come quella di Ussita e degli altri comuni del cratere, non può accettare di dover sottostare a cavilli di legge.
Solo nella 2° guerra mondiale le Marche hanno avuto più distruzioni di quante ne ha fatto questo terremoto e, di conseguenza, andrebbe pensata la proclamazione di uno stato di guerra anche in questa regione, con le leggi speciali, zero burocrazia e possibilità di operare al sostegno dei cittadini“. A dirlo è Maurizio Mangialardi, presidente di Anci Marche ma anche sindaco che, nell’amministrare la città di Senigallia, ha vissuto ed affrontato in anni recentissimi, con la stessa decisione del sindaco Marco Rinaldi, situazioni gravose che necessitavano risposte veloci e risolutive.
L’oggetto del contendere è il sequestro del camping “Il quercione” di Ussita, comune che insiste all’interno del Parco dei Sibillini e con un vincolo di inedificabilità assoluto per il rischio di dissesto idrogeologico. All’interno del camping il sindaco ha consentito l’installazione di 4 case mobili ed un container e per questo gli è stato contestato l’abuso edilizio. Il sindaco Rinaldi ha annunciato le dimissioni convinto che, con queste leggi così restrittive, la ricostruzione post sisma nel devastato comune di Ussita sarà quindi impossibile.
“Come Anci Marche ci siamo mobilitati anche investendo del problema l’Anci nazionale” – ha aggiunto Mangialardi. “E’ di tutta evidenza che vada individuato un percorso in grado di sostenere le scelte che un sindaco di un comune gravemente colpito, fa nell’interesse dei cittadini. Da mesi pianifichiamo la ricostruzione, ci adoperiamo per accelerarla il più possibile e non perpetrare inaccettabili ritardi e poi accade un episodio come questo di Ussita che di fatto toglie la speranza a quella comunità ed a tutti noi marchigiani di poter tornare alla normalità e ci fa ritenere che invece di essere all’alba di un nuovo giorno siamo al tramonto di un intero territorio“.
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