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“I terremoti non si possono prevedere, il resto sì”

L'importanza della prevenzione è stata oggetto di un seminario: nelle Marche 24 milioni di euro contro il dissesto idrogeologico

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Ventiquattro milioni di euro già investiti in 36 interventi di contrasto al dissesto idrogeologico nelle Marche.

Sono alcuni dei dati che testimoniano l’attività di #ItaliaSicura nella nostra regione, emersi durante l’incontro che ha preso avvio il 12 maggio presso Confindustria Ancona, dove si svolge una delle tappe dell’ampio programma di seminari sull’assetto idrogeologico, che si snoda in 21 appuntamenti in tutta Italia.

L’evento è organizzato dalla Struttura di Missione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, #ItaliaSicura, con il Ministero dell’Ambiente, le Regioni e con la partecipazione del Consiglio nazionale dei Geologi, Rete Professioni Tecniche e Consiglio nazionale degli Ingegneri.

Il seminario ha preso avvio con gli interventi del presidente dell’Ance (Associazione nazionale costruttori edili) sezione Marche, Costanzo Perlini, dell’assessore alla Difesa del suolo della Regione Marche, Angelo Sciapichetti, del coordinatore della Struttura di missione di Palazzo Chigi, Italia Sicura, Erasmo D’Angelis, del presidente di Anci Marche Maurizio Mangialardi e dei rappresentanti delle Reti delle Professioni tecniche, Armando Zambrano e Francesco Peduto.

Presenti all’evento, che ha registrato forte affluenza di pubblico, diversi rappresentanti di istituzioni, associazioni di categoria e università. “Il tema oggi al centro dell’incontro – ha detto Perlini – è di grande attualità per il mondo delle costruzioni, mettere in sicurezza il territorio è strategico, tanto più nelle Marche dove tutti i 229 comuni sono a rischio idrogeologico. Per questo l’opera di ItaliaSicura è di notevole rilevanza”.

“La nostra è una regione fragile – ha detto Sciapichetti – per questo il dissesto del territorio è per il governo regionale la priorità centrale. Su questa fragilità si è poi abbattuto il più grande evento distruttivo, dopo la seconda guerra mondiale che abbia mai colpito la nostra terra, che determina ancora oggi circa 30mila sfollati.

Il terremoto non si può prevedere, il resto sì. Per questo l’opera pubblica più importante è quella della prevenzione e manutenzione del territorio. Quando siamo arrivati abbiamo trovato stanziati nel bilancio regionale su questo fronte 500mila euro. Il primo problema era all’ultimo posto. Stiamo lavorando percapovolgere la tendenza. Ma oggi il problema più grave non sono le risorse, bensì le procedure, da snellire, velocizzare, rendere certe, per accelerare la spesa. Su questo versante il ruolo di ItaliaSicura è determinante, così come lo è il lavoro di squadra, tra istituzioni, professionisti e imprese”.

“Grazie a ItaliaSicura – ha detto Mangialardi – per la prima volta in questo paese si è invertito l’approccio: si è passati dalla gestione dell’emergenza all’investimento in prevenzione. Tuttavia è importante semplificare, dare certezza ai percorsi. Penso al caso di Senigallia. Nei giorni scorsi sono arrivati circa 20 milioni di euro a fronte dell’alluvione di tre anni fa che ha colpito e danneggiato circa 15mila persone oltre a numerose imprese. Dopo solo tre anni abbiamo avuto i contributi e ringraziamo il governo che ha mantenuto le promesse, ma è una soddisfazione amara, perché quei 20 milioni investiti in prevenzione al momento giusto, nel passato, avrebbero risparmiato tanta sofferenza e disagi”.

“ItaliaSicura – ha detto D’angelis – opera da tre anni, è una struttura di lungo periodo istituita dal precedente governo ma che va al di là della durata dei singoli esecutivi. Abbiamo risorse importanti, come gli 11,5 miliardi che finanziano con bonus fiscali dell’85 per cento interventi antisismici nei condomini. Sul dissesto idrogeologico abbiamo già recuperato 2,3 miliardi di somme non spese dal 2000 al 2014. Nelle Marche ciò ha significato 36 interventi già avviati per una spesa di 24 milioni di euro. Per i prossimi 10-15 anni abbiamo 29 miliardi di euro per 11.500 interventi nel Paese, 379 per le Marche, dove finanzieremo 227 interventi. Occorre incentivare la progettazione, perché il 90 per cento degli interventi non ha progetto. Purtroppo c’era una regola che permette ai comunidi finanziare la progettazione se l’intervento è finanziato, ma se i finanziamenti arrivano solo se c’è il progetto, si capisce che si entra in un circolo vizioso. Per questo abbiamo anche stanziato un fondo di 100 milioni di euro per spesare la progettazione. Nel complesso si tratta di un intervento importante di lungo periodo, una svolta culturale che porta sicurezza e occupazione”. L’obiettivo della serie di incontri in cui si inserisce quello di oggi è coinvolgere i professionisti e i tecnici della pubblica amministrazione per un approfondimento e un confronto sulle “Linee Guida per le attività di programmazione e progettazione degli interventi per il contrasto del rischio idrogeologico”.

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