Oltre 500 i minori ospitati nelle strutture residenziali delle Marche
Un Report fa il punto delle situazione: 69 le comunità presenti
Al 30 novembre del 2016 risultano presenti nelle strutture residenziali delle Marche 556 minori, di cui 78 stranieri e 287 Msna, in larga parte di sesso maschile (74%). La fascia di età più consistente è tra i 15 ed i 18 anni (393), seguono quelle tra i 7 ed i 14 (113), fino a 6 anni (53) ed i maggiorenni (17).
Le Comunità prese in considerazione nel Report, sono quelle individuate dalla legge regionale del 2002 sull’autorizzazione all’esercizio ed accreditamento delle strutture e dei servizi a ciclo diurno e residenziale (abrogata dalla legge 21 del 2016, in attesa dell’approvazione del relativo regolamento).
Per un quadro più dettagliato della situazione, ci si è avvalsi anche delle indicazioni fornite dall’Osservatorio delle Politiche sociali della Regione Marche.
Prendendo in considerazione le varie tipologie funzionali, complessivamente ne risultano 69, che in base al servizio offerto possono essere suddivise in 15 familiari (50 minori ospitati), 49 educative (475), un alloggio per adolescenti (2), 4 case famiglia (16). Inoltre, tredici ragazzi sono ospitati, in accoglienza con le madri, in strutture segnalate da altri enti gestori titolari, altresì titolari di comunità per minori. Sul territorio regionale operano anche due strutture sanitarie, individuate come residenze terapeutiche in presenza di problematiche psichiatriche.
Complessivamente i minori stranieri non accompagnati raggiungono il tetto del 49,8% e sono l’1,2% di quelli presenti sul territorio nazionale.
La provincia che annovera la maggiore presenza di minori nelle comunità è quella di Pesaro con il 39%, seguita da quelle di Macerata (25%), Ancona (15%), Fermo (14%) ed Ascoli Piceno (7%).
Per quanto riguarda le motivazioni che hanno portato all’inserimento nelle diverse strutture, vengono proposte quattro macrotipologie che riguardano i minori stranieri non accompagnati (49%); situazioni (grave incuria, maltrattamenti, abusi, condotte a rischio) che hanno dato origine a provvedimenti amministrativo – giudiziari (44%); minori sottoposti a procedimento penale e collocati in comunità a fini rieducativi (2%); inserimenti psicoterapeutici (4%).
Alla luce di questa fotografia della situazione, Andrea Nobili (Garante dei Diritti) ritiene che “nonostante le difficoltà che il sistema incontra, sembra si possa sostenere che la realtà delle Comunità per minori, pur nelle sue differenze, esprima livelli di sensibilità e competenza che contribuiscono a riaffermare quei valori di solidarietà su cui si fonda la nostra comunità”.
E concludendo, una riflessione sulle tante storie apprese nel corso delle visite: “diverse, intense, talvolta dolorose. Ma anche ricche di grande umanità e capaci di aiutarci a capire che il senso morale di una società si misura su ciò che fa per i suoi ragazzi e i suoi bambini”.
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