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Criticità Idrogeologiche: firmate in Regione due convenzioni

"Fondamentale per rafforzare la messa in sicurezza del territorio regionale"

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Alluvione 2011a Casette d'Ete

Oggi (Ndr: 11 novembre) in Regione sono state firmate due Convenzioni tra Consorzio di Bonifica delle Marche, Università di Urbino e Università di Camerino per le attività di ricerca connesse alla redazione del Piano di Bonifica del territorio regionale, previsto dalla legge 13/2013.

Erano presenti l’assessore regionale all’Ambiente, Angelo Sciapichetti, il presidente del Consorzio di Bonifica delle Marche, Claudio Netti, il rettore dell’Università di Urbino, Vilberto Stocchi, il docente dell’Università di Camerino, Andrea Spaterna.

L’attività del Consorzio di Bonifica delle Marche – ha detto Sciapichetti – è fondamentale per rafforzare la messa in sicurezza del territorio regionale, uno dei più esposti al rischio idrogeologico nel panorama nazionale. Il patrimonio conoscitivo che queste convezioni ci danno è di grande rilievo per fornire risposte concrete alle necessità del territorio”.

Tecnici e ricercatori delle due Università saranno impegnati nello studio delle criticità geologiche dei corsi d’acqua e nelle modellazioni del rischio idraulico atteso per tempi di ritorno di 50, 100 e 200 anni, oltre che nello studio delle criticità strutturali e della componente paesaggistica dei corsi d’acqua. “Queste convenzioni – ha detto Netti – permettono di estendere lo studio idraulico a tutte le Marche, dopo che il lavoro svolto negli anni passati ci ha dato informazioni su metà del territorio. Poniamo attenzione sulle precipitazioni eccezionali e sui loro effetti, sulla sicurezza dei ponti, delle infrastrutture pubbliche e sulle abitazioni private. Il tutto per progettare opere e ridurre il rischio. Bonifica oggi assume un significato diverso rispetto al passato, riguardando la salubrità ambientale a 360 gradi. Entro l’estate del 2017 saranno portate a termine le attività previste dalle convenzioni”.

Ruolo fondamentale giocano le Università di Camerino, che ha avviato in passato lo studio sulle aste fluviali dell’Esino, del Tenna, del Potenza e del Chienti, e l’Università di Urbino, che curerà soprattutto lo studio sui fiumi a Nord della Regione. Al termine delle attività anche i fiumi Foglia, Metauro e Cesano, Tenna, Tronto e Tesino verranno approfonditi dal punto di vista idrogeologico. “Le università – ha detto Stocchi – sono sempre più strumenti scientifici al servizio del territorio in cui sono inserite. Tramite l’attività in collaborazione con il Consorzio di Bonifica e la Regione possiamo individuare le aree a rischio con criticità che purtroppo caratterizzano in modo trasversale tutto il territorio regionale”.

Unicam – ha detto Spaterna – coordina 41 comuni, tre Unioni montane e una fondazione bancaria nell’ambito della Consulta permanente per lo sviluppo. Da puntuali segnalazioni dei sindaci, abbiamo fatto sopralluoghi e verifiche sulle aste fluviali principali dell’area. Ne è nato un progetto la cui validità è stata riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente, dalla Regione e dal Consorzio di Bonifica e che ora con queste convenzioni può essere esteso a tutte le Marche”.

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