Procedure di appalto nelle Marche, interrogazione di Busilacchi
Se ne discuterà martedì 11 ottobre nell'assemblea legislativa regionale
Avviare una graduale programmazione degli appalti da affidare alla SUAM (Stazione Unica Appaltante Marche), per evitarne una gestione frammentata e per risparmiare risorse pubbliche e garantire il rispetto dei termini di scadenza per la consegna delle specifiche tecniche, necessarie per avviare le procedure di appalto.
Sono le due questioni centrali su cui punta l’attenzione l‘interrogazione del capogruppo PD in Consiglio regionale, Gianluca Busilacchi e che sarà discussa nella seduta dell’Assemblea legislativa delle Marche di martedì 11 ottobre.
Il capogruppo Busilacchi, oltre ad essere stato il primo firmatario della legge istitutiva della SUAM, ha sempre seguito da vicino l’evoluzione della stazione appaltante regionale, al fine di renderla effettivamente operativa. Già all’inizio del 2016, grazie anche all’approvazione della mozione del Gruppo PD, il Presidente della Giunta, dimostrando grande sensibilità sul tema, ha dato mandato di organizzare gli uffici della SUAM con personale dedicato, ad oggi costituito da ventidue unità, più il direttore.
“Ho sempre creduto fermamente in questa operazione – afferma Busilacchi – e i dati sulle prime gare espletate tramite SUAM parlano chiaro, in termini di efficientamento e di risparmio delle risorse regionali. La gara già conclusa di antisettici e disinfettanti, ad esempio, ha prodotto un’economia del 41% rispetto alla spesa storica, per un risparmio di oltre un milione di euro. Così come l’assegnazione dei primi lotti di fornitura di aghi e siringhe ha consentito di risparmiare oltre dieci milioni di euro”.
“Visti gli indubbi vantaggi economici derivanti dall’aggregazione delle gare di acquisto di beni e servizi – sostiene Busilacchi –, sarebbe utile che la Regione Marche programmasse, a partire da gennaio 2017, gli appalti da affidare alla SUAM, tra quelli di maggiore entità di spesa, non solo relativi al settore sanitario, ma anche quelli di altri settori, sia della Regione Marche che degli Enti da essa dipendenti. Anche perché, attualmente, sono gestiti in maniera frammentata, con maggiore dispersione di risorse pubbliche”.
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