I cereali, ma in modo particolare, il grano duro e tenero sole le culture più diffuse nelle Marche, coprono oltre il 60% delle nostre superfici ed i produttori (dichiara la Presidente della Cia “Provinciale di Ancona Maria Giuditta Politi) si trovano in forte difficoltà, in quanto il prezzo, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso è diminuito del 40 – 50%. Venticinque anni fa il grano valeva 30.000 lire più o meno lo stesso prezzo di oggi con un aumento notevole del divario tra costo del grano e quello dei prodotti derivati pasta e pane.

In quei periodo con il valore di un quintale di grano si acquistavano circa 50 -60 kg di pane, oggi se ne acquistano 4 – 5 kg.

L’attuale prezzo del grano tenero oggi è intorno ai 16 euro e quello duro ai 19 euro. Tutti i cittadini consumatori devono sapere (dice la Presidente) che il grano che produciamo nelle Marche è di ottima qualità e che i “i grandi speculatori” esportano nel Nord Africa enormi quantità di grano marchigiano e italiano e nello stesso tempo importano navi piene di cereali da Paesi Terzi.

Se non ci sarà una celere ripresa dei prezzi, molti agricoltori chiuderanno le proprie aziende “per fallimento”, oppure lasceranno incolto il proprio terreno con gravi conseguenze per tutti, sia sotto l’aspetto economico che ambientale ed i consumatori saranno costretti ad alimentarsi con il grano prodotto da Paesi terzi i cui controlli sono tutto un dire.

La Cia Nazionale (conclude la Presidente) ha richiesto al Ministro dell’Agricoltura di sospendere le autorizzazioni alle importazioni in regime di TPA (Traffico di Perfezionamento Attivo) in quanto la produzione nazionale è sufficiente al fabbisogno del nostro Paese.