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Vinitaly, Marche: bilancio positivo per l’edizione 2025

Presenza in crescita di stakeholder e operatori qualificati, ma in alcuni giorni si è percepito un leggero calo di ristoratori

Stand Marche al Vinitaly 2025

È un bilancio positivo quello che tratteggia la Regione Marche al 57° Vinitaly, un’edizione che verrà ricordata a lungo per la questione dei dazi applicati dalla Casa Bianca verso l’Unione europea.

I produttori del vino, superata la prima fase di incertezza, guardano avanti e proprio dal salone internazionale del vino e distillati di Verona – che ha chiuso il 9 aprile – puntano ad esplorare mercati alternativi. È questa la missione delle Marche, che all’edizione 2025 di Vinitaly si è presentata con 111 aziende partecipanti (delle quali 53 nella collettiva della Regione) su un’area di 1.000 metri quadrati e una “Terrazza” che nei quattro giorni di manifestazione ha ospitato circa 5.000 operatori, buyer e wine lover.

“Sono stati quattro giorni particolarmente intensi per gli espositori delle Marche, con una presenza di visitatori molto professionale e qualificata – commenta l’assessore regionale all’Agricoltura, Andrea Maria Antonini. Al di là di alcune incertezze di natura geopolitica che in questi giorni sono al centro del dibattito e saranno sicuramente oggetto di trattative fra l’Unione europea e gli Stati Uniti, c’è la sensazione fra gli operatori di aver seminato per nuove rotte commerciali. Come Regione Marche faremo in modo di sostenere, anche attraverso i fondi per l’internazionalizzazione, le strategie promozionali del comparto vitivinicolo marchigiano sui mercati esteri”.

Una prima lettura del 57° Vinitaly evidenzia per le Marche una presenza in crescita di stakeholder e operatori qualificati, mentre si è percepito in alcuni giorni di manifestazione un leggero calo di ristoratori rispetto all’edizione precedente. Fra i nuovi mercati che potrebbero regalare soddisfazione al mondo del vino marchigiano attraverso una crescita del business, la Regione Marche individua la Turchia, il Sud-Est Asiatico e l’Europa, con la fascia orientale e meridionale fra le aree con maggiori margini di crescita.

Parla di un “Vinitaly molto positivo” il presidente dell’Istituto marchigiano tutela vini (Imt), Michele Bernetti. “Abbiamo registrato un numero elevato di presenze nell’area delle Marche e, se consideriamo che il settore del vino sta attraversando una fase delicata, fra i dazi di Trump e il calo dei consumi, possiamo confermare che le nostre imprese mostrano una certa resilienza – dichiara Bernetti –. Anche i dati relativi agli stock nelle cantine sono in linea con gli altri anni, per cui credo che ci siano i presupposti per reagire. Le Marche sono una regione forte sui vini bianchi, in particolare quelli da vitigni autoctoni, che rispondono alle esigenze attuali dei consumatori. E anche sui rossi abbiamo un’offerta contemporanea, perché siamo di fronte a vini non troppo alcolici, freschi, in linea col gusto di oggi”.

Allineato su una manifestazione al di sopra delle attese della vigilia anche Simone Capecci, presidente del Consorzio Vini Piceni. “Abbiamo constatato una grande volontà di reagire alle incognite del settore da parte sia degli operatori stranieri che dai clienti italiani e questo ci permette di guardare al futuro con ottimismo – afferma Capecci –. Ancora una volta il ruolo di Vinitaly si conferma strategico e la scelta della Regione di continuare a collaborare con i due consorzi marchigiani per un’immagine unica a Verona è vincente”.

E se sul fronte dell’export sostituire il mercato americano e russo non è semplice, la 57ª edizione di Vinitaly offre ai produttori di vino della Marche l’opportunità di guardare in altre direzioni: dall’Europa all’Asia, passando per l’Africa. Senza dimenticare, puntualizza Capecci, “il mercato interno, che resta fondamentale”.

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