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PD Marche: “Atim sprofonda nel caos dopo la conclusione dei lavori della commissione interna”

"Atim è solo la punta dell’iceberg del fallimento del centrodestra marchigiano"

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Gruppo assembleare del Partito Democratico

Le conclusioni della commissione d’indagine interna sull’operato di Atim, che hanno evidenziato una gestione approssimativa, mancate verifiche e scarsa trasparenza, fissano nero su bianco le criticità che fin dalla sua istituzione erano state sottolineate dal gruppo assembleare del Partito Democratico.

Ora i consiglieri dem sono intenzionati a presentare il conto al presidente Acquaroli, chiedendo che nella prima seduta utile del consiglio regionale venga portata in discussione la proposta di legge da loro depositata nel gennaio del 2024 per sopprimere l’ente. Discussione che fino a oggi è stata più volte rinviata dalla maggioranza di centrodestra con i più disparati pretesti.

“Per tre anni – afferma la capogruppo Anna Casini – abbiamo presentato decine di atti ispettivi sul modo di agire opaco di Atim al fine di ricevere chiarimenti dalla giunta regionale, ma il presidente Acquaroli è sempre stato un muro di gomma. Oggi, alla luce delle conclusioni della commissione di indagine interna, peraltro molto parziali, ne comprendiamo il motivo. Atim è solo la punta dell’iceberg del fallimento del centrodestra marchigiano e del modo di governare di Acquaroli. Sua è la responsabilità delle tante irregolarità che sono emerse e che emergeranno a breve, perché è lui che ha fortemente voluto Atim, è lui che ha nominato i direttori e d è lui, che avendo tenuto per sé la delega al Turismo, interagiva con l’Agenzia nelle azioni da intraprendere. Peccato che non ha mai capito quale fosse il suo ruolo, limitandosi solo ai brindisi, alle passerelle e ai tagli dei nastri, anziché svolgere bene i suoi compiti istituzionali di controllo e vigilanza”.

“Fin dall’inizio – attacca la consigliera Micaela Vitri – Atim ha rappresentato il braccio operativo di Acquaroli. Lo abbiamo denunciato tante volte in consiglio, ma oggi la stessa commissione scelta da Acquaroli è stata costretta ad ammettere che gli atti firmati dal direttore di Atim, talvolta venivano redatti in base a una delibera di giunta. Non solo, si afferma addirittura che a seguito di successive indicazioni della giunta regionale, il programma operativo ha subito modifiche e integrazioni. Ciò significa che il re è nudo, visto che anche di fronte alle telecamere di Report Acquaroli ha sempre negato di aver interferito con le scelte e la gestione di Atim. Detto in altri termini, Acquaroli e la sua giunta erano perfettamente a conoscenza dei 12 milioni di euro che Atim ha dilapidato con affidi diretti a pioggia, di cui un terzo liquidato a società romane”.

“Oggi – afferma il consigliere Fabrizio Cesetti, primo firmatario della proposta di legge per l’abrogazione di Atim – possiamo dire che l’Agenzia ha pienamente conseguito gli obiettivi per i quali era stata creata dalla giunta regionale, ovvero aggirare le regole e i principi che disciplinano l’attività della Pubblica Amministrazione: legalità, imparzialità, trasparenza, efficienza, efficacia ed economicità. Tutte cose che noi denunciamo da anni e che oggi trovano conferma nella relazione della commissione d’indagine nominata dallo stesso presidente Acquaroli in risposta alla nostra richiesta di una vera e propria commissione d’inchiesta in consiglio regionale, che evitasse, come poi è avvenuto, che il controllore coincidesse con il controllato. Eppure, neanche questo è bastato a celare la malagestione di Atim. A questo punto, rinnoviamo la richiesta di una autentica commissione d’inchiesta, realmente imparziale, per verificare se qualcosa è “sfuggito” a chi ha indagato sulla gestione Bruschini e pretendiamo che sia discussa la proposta di legge per l’abrogazione di Atim”.

“Il 12 gennaio del 2024 – spiega il consigliere Antonio Mastrovincenzo – abbiamo presentato una proposta di legge per abrogare Atim. Da allora ci siamo battuti prima in commissione e poi in consiglio affinché il testo venisse discussi quanto prima, ma ci siamo puntualmente scontrati con l’ostruzionismo del centrodestra, che evidentemente ha timore di affrontare un dibattito pubblico sulla malagestione dell’Agenzia, Ora però, alla luce dei risultati della commissione di indagine, esigiamo che in occasione della prossima seduta del consiglio, in programma il 15 aprile, la questione sia affrontata in via prioritaria”.

“Trovo che la relazione della commissione – aggiunge Carancini – pur sancendo in sostanza quanto diciamo da anni, sia molto lacunosa e addirittura fuorviante. Intanto sembra sorvolare intenzionalmente su quanto previsto dalla legge regionale 13 del 2004, che regola i rapporti tra la Regione Marche e i suoi enti, di cui Atim fa parte. Di fatto, si omette di sottolineare che in questi tre anni sono stati completamente ignorati gli obblighi di vigilanza sull’operato dell’Agenzia. Obblighi che la suddetta legge pone in capo al presidente, cioè Acquaroli, all’assessore al Turismo, ancora Acquaroli, al capo dipartimento e al direttore dell’Agenzia. Sulle evidenti e gravi storture di Atim, dunque, pesano tantissimo le responsabilità politico-amministrative del presidente. Inoltre, reputo altrettanto grave, che tra i vari contratti stipulati da Atim, non si sia voluto approfondire quello riguardante la sponsorizzazione di 750 mila euro a favore di Aeroitalia, probabilmente quello di entità maggiore oltre che uno tra i più discussi visto il contenzioso apertosi successivamente con la proprietà della compagnia aerea”.

A puntare il dito su un’altra strana anomalia è il consigliere Renato Claudio Minardi: “Sembra incredibile, ma fino allo scorso 22 gennaio Atim è rimasta per tre anni priva di un responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza, nonostante già da tempo si moltiplicassero le voci relative alla mala gestione dell’ente. Solo dopo la bufera mediatica scoppiata sulla stampa ed a seguito dell’inchiesta di Report si sono finalmente decisi a nominare tale figura. Ma anche qui c’è parecchio da ridire, visto che per l’incarico è stata individuata una persona completamente priva delle competenze necessarie, tanto è vero che è stato disposto a suo favore un percorso di formazione. Della questione me ne sono occupato subito presentando un’interrogazione al presidente Acquaroli per chiarire le ragioni di questa grave mancanza. Tuttavia, nonostante da allora si siano tenute ben sette sedute del consiglio regionale e la giunta abbia discusso 75 interrogazioni, ancora non ho ricevuto risposta in merito. Un silenzio che probabilmente dice più di molte parole. Basti dire che l’85% dei decreti sotto la soglia dei 40 mila euro vagliati dalla commissione, difetta in molti casi di mancanza del contratto, della garanzia definitiva e del certificato di regolare esecuzione”.

“Parliamo di affidamenti ripetuti, documentazione carente, spese non pianificate e regole non rispettate – sottolinea la consigliera Bora – e tutto questo in un ente che avrebbe dovuto valorizzare il nostro territorio, ma che invece oggi rappresenta una ferita aperta nella fiducia dei cittadini. Non si può archiviare tutto come “imperfezioni formali”. Serve una presa di responsabilità politica vera. Non basta inviare carte agli organi di controllo: occorre fare chiarezza pubblicamente, correggere gli errori e restituire ai marchigiani quello che è loro. E serve anche un’altra idea di governo: fatta di cura, di verità e di rispetto per chi lavora e paga le tasse. Lo sviluppo delle Marche non passa dalle scorciatoie, ma dalla fiducia, dalla giustizia e da un uso corretto di ogni euro pubblico”.

“Il nostro gruppo assembleare – conclude il consigliere Maurizio Mangialardi – ha avuto sempre le idee molto chiare su ciò che sarebbe accaduto. E quanto accaduto non è il frutto di sviste o errori, ma di precise scelte politiche della giunta Acquaroli. Oggi più che mai mi sento di rinnovare l’invito al presidente di lasciare la delega al Turismo”.

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