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Coldiretti Marche, cinghiali: “Finalmente Priu, ora controlli a difesa di agricoltori e allevatori”

Approvato in Regione il Piano regionale di interventi urgenti chiesto a gran voce dall'associazione

cinghiali

Maggiori controlli e misure di contenimento per controllare i branchi e scongiurare focolai di peste suina africana. È il Priu, acronimo di Piano regionale di interventi urgenti, lo strumento normativo chiesto a gran voce dagli agricoltori di Coldiretti e approvato nel corso della giunta regionale del 10 marzo.

Plaude Coldiretti Marche che lo aveva messo tra i punti all’ordine del giorno della maxi manifestazione con oltre 2mila agricoltori sotto Palazzo Leopardi, lo scorso luglio.

La peste suina africana, pur essendo innocua per l’uomo, è apparsa nelle regioni limitrofe e rischierebbe di mettere in ginocchio gli allevamenti suini. La profilassi, nel caso si riscontrasse un cinghiale malato, prevede infatti l’abbattimento di tutti i capi suini allevati attorno alla zona del ritrovamento.

Non solo. I provvedimenti delle autorità sanitarie per contrastare la diffusione del virus prevedono anche l’interdizione della stessa area, il divieto di raccogliere funghi e tartufi, le attività di pesca e perfino il trekking e le passeggiate in mountain bike e tutte le altre attività che potrebbero portare a un’interazione diretta o indiretta con i cinghiali infetti. Un danno, quindi, non solo al settore zootecnico ma anche a tutta l’economia del bosco, delle aree interne e del turismo.

Il documento della Regione Marche, spiegano dalla Coldiretti “è solo un inizio perché va sempre aggiornato con i dati relativi alla presenza di cinghiali sui territori. Andranno determinate le aree più a rischio e gli interventi necessari a prevenire eventuali focolai”.

Una tematica molto sentita da tutto il comparto agricolo e zootecnico. Il sovrannumero dei cinghiali comporta ogni anno circa 1,2 milioni di danni alle coltivazioni, soprattutto cereali, girasole e legumi. Senza contare gli incidenti stradali da fauna selvatica e, ora, il rischio per la zootecnia.

“Come Coldiretti – dice la presidente di Coldiretti, Maria Letizia Gardoninel tempo abbiamo fatto mettere in campo tutti gli strumenti necessari, compresa la possibilità per gli agricoltori di intervenire autonomamente sul proprio fondo tramite la legge 1469. Fatto questo ulteriore passo in avanti, manca solo un piano straordinario di interventi che coinvolga anche le aree protette e poi saremo totalmente coperti per tutte le situazioni più pesanti”.

“Le Marche vogliono quanto prima chiudere il cerchio – aggiunge il direttore regionale di Coldiretti, Alberto Fraucosa che faremo quanto prima andando a pressare la Regione affinché anche le aree protette siano comprese nei territori nei quali è possibile agire per contenere i cinghiali. A noi interessano i fatti e quello di ieri è un risultato eccezionale”.

da Coldiretti Marche

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