Marche, bilanci di fine anno: in calo le imprese attive
CNA: "Necessario investire nelle tecnologie e nella formazione, nell’internazionalizzazione e nelle infrastrutture"
Marche, fine d’anno triste per le imprese marchigiane. Soprattutto per il commercio, il settore edile e la manifattura. Tempo di bilanci ma per il sistema produttivo marchigiano, i conti non tornano. Tra la fine di novembre 2023 e lo stesso periodo dell’anno che sta per concludersi, le imprese marchigiane in attività, secondo un report del Centro Studi Cna Marche su dati Camera di Commercio, Infocamere e Movimprese, sono scese da 135.735 a 131.488, con un calo di 4.247 aziende. In particolare nel commercio (-1604); in agricoltura (-933); nel manifatturiero (-822); nelle costruzioni (-426); nei servizi di alloggio e ristorazione (-347).
Il calo delle imprese in attività si porta dietro anche la diminuzione della richiesta di lavoratori da parte delle aziende marchigiane. Secondo l’indagine Excelsior Unioncamere, le entrate previste a dicembre sono 7.380, e quindi 330 in meno rispetto all’anno prima (-4,3%). Nel trimestre dicembre 2024-febbraio 2025 nelle Marche le entrate previste sono 30.720, pari al 0,6% in meno rispetto al 2023. Dunque, la crisi si fa sentire anche sotto il profilo delle nuove entrate al lavoro previste.
“Quello che ci lasciamo alle spalle” commentano il presidente Cna Marche Paolo Silenzi e il segretario Moreno Bordoni “è stato un anno difficile. La guerra nel cuore dell’Europa e la crisi in Medio Oriente hanno avuto pesanti conseguenze anche sull’economia marchigiana che ha pagato il rialzo del costo dell’energia, la perdita di export e l’aumento del costo del denaro con una stretta del credito bancario. Per guardare con fiducia al 2025 riteniamo necessario investire nelle tecnologie e nella formazione, nell’internazionalizzazione e nelle infrastrutture: sono queste le strategie per fronteggiare la trasformazione del sistema produttivo regionale e rilanciare la competitività delle piccole e medie imprese e degli artigiani imprenditori delle Marche.”
Le imprese che a dicembre prevedono assunzioni nelle Marche sono pari al 13%. Le entrate previste si concentreranno per il 61% nel settore dei servizi e per il 68% nelle imprese con meno di 50 dipendenti; il 15% sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici; ancora più difficile che in Italia il reperimento delle figure lavorative richieste nelle Marche: in 54 casi su 100 le imprese della nostra regione prevedono di avere difficoltà a trovare i profili desiderati; nel 27% dei casi le entrate previste nelle Marche saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 73% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita); per una quota pari al 29% interesseranno giovani con meno di 30 anni; per una quota pari al 16 % le imprese prevedono di assumere personale immigrato; il 10% delle entrate previste sarà destinato a personale laureato.
da: CNA Marche
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