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Scuola, metà degli studenti delle Marche preferiscono i licei

Rispetto al dato nazionale del Miur, però, è minore lo scarto tra istruzione tecnica e professionale

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Anche nelle Marche, come nel resto d’Italia, la scelta dei giovani che si apprestano a frequentare la scuola secondaria superiore nel prossimo anno scolastico privilegia i licei con un 49,8% (dato non definitivo e riguardante le iscrizioni on line). Ma un dato distintivo nella nostra regione va in controtendenza rispetto al quadro nazionale: un minore gap fra l’opzione dell’istruzione tecnica (28.3%) e quella per l’istruzione professionale, attestandosi quest’ultima al 21.9% (+4.3% di quanto si riscontra a livello di sistema Paese).

A livello nazionale le scelte degli studenti italiani per la scuola secondaria superiore continuano a premiare i licei (oltre la metà degli iscritti), con uno scarto netto rispetto all’istruzione tecnica (uno su tre) e soprattutto a quella professionale (neppure 1 su cinque). Sono i dati sugli iscritti relativi all’anno scolastico 2015/2016, resi pubblici dal MIUR: Il 51,9% dei ragazzi hanno optato per un indirizzo liceale, il 30,5% ha scelto un istituto tecnico, mentre soltanto il 17,6% si è iscritto a un istituto professionale.

E’ un risultato notevole e un dato confortante – commenta l’assessore regionale all’istruzione Marco Luchetti – perché dimostra che la tenuta dell’istruzione professionale nel nostro territorio si deve ad una peculiare attenzione a livello istituzionale, alla valorizzazione del capitale umano della scuola che costituisce l’autentica risorsa per qualificare l’offerta formativa e rispondere ai fabbisogni professionali delle imprese. Mi riferisco in primo luogo alla possibilità per i giovani iscritti presso gli Istituti Professionali di conseguire la qualifica professionale, a conclusione del triennio, nonché alle tante azioni di sistema specificatamente intraprese a sostegno delle capacità organizzative e metodologiche dell’istruzione professionale, finanziate nell’attuale legislatura. Fra le iniziative di maggiore complessità, merita di essere annoverato il notevole investimento della Regione per la realizzazione di un percorso di formazione-azione dei docenti degli Istituti Professionali, finalizzato alla messa a punto di un modello organico di progettazione, cura dell’apprendimento, didattica, valutazione e certificazione per competenze, secondo le linee guida europee e nazionali. Grazie alle attività realizzate da questo laboratorio di formazione-azione, il personale docente dell’istruzione professionale è stato coinvolto in un programma di aggiornamento sugli aspetti concernenti l’organizzazione dei curriculum e l’utilizzo di metodologie didattiche a forte contenuto innovativo. Alla luce di questi risultati, il nostro auspicio non può che essere quello di continuare nella direzione intrapresa, promuovendo innovazione nell’insegnamento, migliore raccordo dell’istruzione con il mercato del lavoro e ri-motivazione all’apprendimento da parte degli studenti. Ci sono gli elementi per sperare nella positività del progetto “La buona scuola” che assegna al potenziamento della pratica laboratoriale e della cosiddetta “alternanza scuola-lavoro” un ruolo del tutto cruciale per un apprendimento basato su esperienze concrete di lavoro, in grado di supportare i giovani nella difficile transizione al mondo delle professioni“.

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