Salva l’Università per la pace delle Marche
Il presidente Busti: "Il Consiglio Regionale delle Marche riconosce di fatto il lavoro svolto in quindici anni di attività"
Grazie alla mobilitazione corale di tante persone ed Enti a livello locale e anche nazionale, l’Università per la Pace non è stata sciolta e continuerà a diffondere la cultura della pace. Ricordiamo che l’esistenza della stessa era stata messa a rischio da un articolo inserito nella Proposta di legge regionale – la 256/2024 – finalizzata a rafforzare il ruolo delle Marche nell’ambito della Macroregione Adriatico-Ionica e approvata Lunedì 15 Luglio dal Consiglio regionale delle Marche.
Un ringraziamento forte e deciso va alle prese di posizione espresse in vari modi dagli Enti soci dell’Università per la pace, dalle quattro Università marchigiane, dalle tante Associazioni e Organizzazioni del Terzo Settore delle Marche e non solo, dai Sindacati marchigiani, dal CAL e dal CREL delle Marche, dai Consiglieri regionali aperti ai temi della pace e dai numerosissimi cittadini e cittadine di tutt’Italia che si sono esposti in maniera viva e creativa.
Con questa decisione il Consiglio Regionale delle Marche riconosce di fatto il lavoro svolto in quindici anni di attività e ancora di più l’intuizione alla base della costituzione dell’Università per la pace prevista dalla Legge Regionale n.9/2002: far entrare i temi della pace nelle Istituzioni – a partire dalla Regione – grazie al contributo di conoscenza e ricerca garantito dalle Università degli studi e all’attivismo delle Organizzazioni del Terzo Settore e di tutti quanti sono sensibili a queste problematiche.
Sostenuti e incoraggiati da tanto fervore, continueremo, quindi, a nome di tutti a impegnarci per la diffusione della cultura della pace.
Il Presidente
Mario Busti
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