Marche, lavoro: crollano dipendenti, crescono autonomi e donne nel primo trimestre 2024
Eleonora Fontana (CGIL Marche): "Preoccupa crollo dei dipendenti, le misure adottate dalla Regione sono troppo frammentate"
Lavoro:crollano i dipendenti, crescono gli autonomi e le donne. E’ la fotografia dello studio IRES Cgil Marche sui dati ISTAT del 1° trimestre 2024.
L’indagine evidenzia che gli occupati sono 631 mila con un incremento pari all’1% rispetto al 1° trimestre 2023, dato inferiore rispetto all’incremento nel Centro Italia (+1,5%) e in Italia nel complesso (+1,7%). Il tasso di occupazione delle persone tra i 15 e i 64 anni raggiunge il 66,2% (+0,5%).
L’aumento dell’occupazione nelle Marche è totalmente ascrivibile alla crescita degli occupati indipendenti (+11 mila unità, +7,9%) mentre i dipendenti diminuiscono di 5mila unità (-1%). Un fenomeno non osservato nel Centro e nell’intero Paese, dove invece entrambe le posizioni registrano un incremento.
Dichiara Eleonora Fontana, segretaria regionale Cgil Marche: “Ci preoccupa la netta diminuzione dei lavoratori dipendenti; il fenomeno richiede una particolare attenzione. E’ evidente che le misure adottate finora dalla Regione e la frammentazione delle risorse europee (PNRR e FSE) in tanti piccoli interventi non determinano quella crescita complessiva che, invece, avviene nel Centro Italia e nel Paese”.
A livello di genere, si osserva un aumento delle occupate donne (+15mila, +5,7%) e al contempo una flessione degli occupati uomini (-9mila, -2,6%). Allo stesso tempo, diminuisce il tasso di occupazione maschile e aumenta quello femminile, con una riduzione del gap di genere che passa da -16,4 % a -11,2%.
Il numero delle persone in cerca di occupazione rimane pressoché stabile nella regione con -400 unità, -1,1%. La flessione è imputabile al calo delle disoccupate donne (-11,9%) mentre gli uomini disoccupati aumentano del 14,2%.
Nel primo trimestre 2024 prosegue, inoltre, il calo degli inattivi di 15-64 anni (-4mila, -1,5% rispetto al primo trimestre 2023) che si attesta a 272 mila unità. A diminuire sono soprattutto le forze di lavoro potenziali (-6%), ossia la componente degli inattivi più vicina al mercato del lavoro. Coloro che non cercano e non sono disponibili a lavorare diminuiscono dell’1% e si attestano a 243mila unità. Il tasso di inattività generale scende da 30,1% a 29,6%.
Anche in questo caso la diminuzione caratterizza solo la componente femminile (-12mila, -7,1%). Gli uomini inattivi crescono invece di 8mila unità (+7,6%). Sebbene le donne siano caratterizzate da un tasso di inattività più alto, in un anno si restringe il gap di genere.
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