Vinitaly 2024, bilancio positivo per le Marche
Lo stand regionale ha registrato oltre 8mila presenze
Una presenza in crescita di operatori qualificati e buyer esteri, un dibattito vivace sul futuro del vino e un’attenzione condivisa da tutti gli stakeholder del settore nei confronti dei vini marchigiani. È un bilancio assolutamente positivo quello delle Marche a Vinitaly, che lascia soddisfatti i produttori presenti nell’area che Regione Marche ha organizzato anche per questa 56° edizione, con la presenza di 107 cantine, 49 delle quali presenti nella collettiva regionale (38 IMT-Istituto Marchigiano di Tutela Vini e 11 Consorzio Vini Piceni).
Le prime stime sui numeri della Terrazza Marche, cuore dello stand regionale, evidenziano una presenza di oltre 8.000 persone e oltre 700 bottiglie di vino stappate, a conferma che il vino marchigiano attrae sempre di più. Le Marche, d’altronde, sono uno dei territori italiani che hanno fatto della bellezza e dello stile di vita “slow”, all’insegna del benessere, il proprio tratto distintivo.
Esprime soddisfazione per l’edizione 2024 di Vinitaly l’assessore all’Agricoltura della Regione Marche, Andrea Maria Antonini, coinvolto in questi giorni di manifestazione in convegni, degustazioni, masterclass che hanno rivelato i grandi progressi del settore vitivinicolo regionale, caratterizzato da 11.000 imprese e quasi 18.000 ettari, dai quali si ottengono 20 Dop e 1 Igp.
«In questi anni si è compiuto un processo di ricambio generazionale particolarmente vivace e dal 56° Vinitaly è emersa nitida la volontà delle imprese di innovare, programmare il futuro, puntare sulla sostenibilità, sull’enoturismo e il biologico come elementi distintivi, in grado di conquistare nuovi mercati», afferma l’assessore Antonini.
Sempre affollati gli incontri in Sala Raffaello, quartier generale per degustazioni (dall’inedita verticale sulla longevità del Pecorino al Verdicchio dei Castelli di Jesi e di Matelica), convegni (sulle visioni future per il vino marchigiano, con giovani imprenditori, enologi e wine maker), approfondimenti di divulgazione scientifica (sulla sperimentazione nelle Marche dei vitigni resistenti, per contrastare i cambiamenti climatici e sulle UGA), partnership internazionali (Valladolid in Spagna e Farm trip nelle Marche: esperienze di enoturismo a confronto). E all’orizzonte, dal 20 al 24 giugno prossimi, la Convention nazionale dell’Associazione delle Donne del Vino, che hanno scelto le Marche come meta per pianificare la rotta delle imprese in rosa per i prossimi mesi.
Voci positive anche dai consorzi. Michele Bernetti, presidente dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini (IMT), non ha dubbi: «La 56ª edizione di Vinitaly è stata la consacrazione del vino marchigiano, che guarda oltre il momento di difficolta del settore vitivinicolo con prospettive incoraggianti. Il sistema Vinitaly funziona e attrae sempre più operatori qualificati dall’Italia e dall’estero, specie quest’anno per noi di IMT, che abbiamo messo in rete tutte e 16 le denominazioni del consorzio, assicurando così una grande attenzione anche alle aziende di piccole e medie dimensioni, al di là delle due denominazioni del Verdicchio di Jesi e Matelica che sono i nostri locomotori».
Simone Capecci, presidente del Consorzio Vini Piceni, parla di «un’edizione di Vinitaly più che positiva sia per la presenza qualificata degli operatori sia per gli eventi organizzati dal consorzio, molto seguiti sia in presenza che sui canali social». Le aziende, prosegue Capecci, «hanno lavorato e hanno portato a casa risultati utili, confermando l’appeal del vino marchigiano e le notevoli potenzialità e longevità delle nostre produzioni. Inoltre, siamo riusciti a portare avanti un dibattito nazionale, iniziato nel 2018, per valutare l’utilizzo dei vitigni resistenti anche per le denominazioni. Positiva anche la presenza di buyer esteri, grazie all’operatività di Vinitaly e di Ice Agenzia, così come ha avuto un ritorno particolarmente soddisfacente la presenza delle Marche a Vinitaly & The City».
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