Rivoluzionare l’industria dell’auto per un futuro sostenibile
Industria automobilistica ed economia circolare. Impatto ambientale di automobili elettriche. Esempi virtuosi. Migliorare fase produttiva
Il mondo dell’automobile vive fra gli anni più intensi e complicati della sua storia. Se da un lato la concomitanza di alcuni eventi storici di rilievo ha rallentato la produzione e il mercato dopo anni di crescita, dall’altro subentrano le nuove opportunità e le nuove sfide lanciate dal progresso tecnologico e dalla questione ambientale.
In un contesto così movimentato, a modificarsi costantemente sono anche le richieste e le esigenze dei consumatori, inevitabilmente in grado di influenzare l’attività dei grandi gruppi industriali. Tra i trend che si sono consolidati negli ultimi anni, anche in questo caso per un concatenarsi di eventi, c’è la crescita del mercato dell’usato, che si osserva non soltanto in termini di volume di vendite di veicoli di seconda mano, ma anche nel grande interesse per i ricambi usati. Con la sempre più marcata digitalizzazione del mercato, piattaforme dedicate a questo tipo di prodotti hanno cominciato a proliferare sul web, regalando opportunità del tutto nuove ai consumatori. Tra quelle più popolari in assoluto c’è Ovoko, autentica garanzia per la grande qualità del servizio offerto e l’ampia offerta di parti di ricambio, che comprendono pressoché tutto, dal motore alla turbina auto. In questo articolo, invece, proveremo a capire qual è la strada per un futuro più sostenibile.
Industria automobilistica ed economia circolare
Generalmente, con il concetto di economia circolare si intende un modello di produzione e consumo all’interno del quale le risorse rimangono in circolo per il maggior tempo possibile. Nel caso di un’automobile, per esempio, creare tutte le componenti da zero è poco conveniente, in termini di costi, anche per gli stessi produttori, non soltanto per l’ambiente. Anche per questa ragione, dunque, le normative e la tassazione tendono a essere concepite in modo tale da incoraggiare il riciclo nella misura maggiore possibile: l’economia circolare, in altre parole, è un bene per tutti.
L’impatto ambientale delle automobili elettriche
Com’è ormai noto, il settore automotive sta accelerando sempre più la propria transizione verso l’elettrico. Ridurre la presenza di automobili a combustione interna è, di per sé, un aspetto positivo che consente di diminuire in maniera notevole le emissioni inquinanti, ma non basta: anche per le auto elettriche, infatti, la fase di produzione e quella di smaltimento delle varie parti del veicolo, e soprattutto delle batterie, è un momento molto delicato che può anche in parte vanificare altri tipi di sforzi. L’Unione Europea, per esempio, ha stabilito che entro il 2050 molti settori industriali dovranno essere in grado di alimentare economie circolari e quello automobilistico non fa eccezione in tal senso: nel caso dei veicoli elettrici, infatti, l’85% delle componenti deve essere riutilizzabile e riciclabile. Anche altri Paesi, fra cui Stati Uniti, Corea del Sud e India stanno andando sempre più in questa direzione.
Non mancano esempi virtuosi
Questo impegno si è già tradotto in realtà virtuose. La Northvolt AB, un’azienda svedese che produce batterie, ha già annunciato di voler creare la batteria più green al mondo, utilizzando soltanto energia rinnovabile in fase di produzione e impiegando esclusivamente materiali riciclati. La stampa 3D offre altre opportunità in tal senso, mentre è altrettanto interessante il caso di Renault che nel 2020 ha cominciato a lavorare a quella che si ritiene essere la prima fabbrica di automobili realizzate secondo il concetto di economia circolare. Lo stabilimento, nei pressi di Parigi, dovrebbe aprire nel 2024. Stellantis, invece, gruppo industriale proprietario dei marchi Fiat, Alfa Romeo, Citroen e Peugeot fra gli altri, ha già creato il suo “Circular Economy Hub”, con la previsione di guadagni notevoli. Nel 2022, inoltre, è stata svelata Citroen Oli, un’automobile prodotta impiegando il 100% di componenti riciclati.
Migliorare la fase produttiva
Questo è l’obiettivo dichiarato di altre realtà ed è, probabilmente, il più ambizioso in assoluto. Hyrdo, azienda danese produttrice di alluminio, ha già elaborato un metodo di reimpiego e riciclo dell’alluminio utilizzato nella fase di costruzione di un’automobile. Da questo punto di vista, un ruolo prezioso può essere giocato anche da partnership commerciali in grado di attivare un sistema di efficientamento del quale gioverebbero praticamente tutti. Le potenzialità dei dati avanzati, inoltre, possono portare a risultati ancora migliori, ma anche le intelligenze artificiali possono rappresentare punti di svolta per l’elaborazione e la condivisione di modelli di sviluppo contemporaneamente più sostenibili ed efficienti. In questo scenario, sono spesso anche i cittadini a esigere di più: la sensibilità sul tema è in crescita e il tempo per invertire la rotta non è illimitato.
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