Balzo in avanti dell’export marchigiano nei primi sei mesi del 2022
Le Marche hanno fatto registrare un +72,5% rispetto allo stesso periodo del 2021
Nei primi sei mesi del 2022 l’export italiano mostra una crescita molto sostenuta (+22,5% rispetto allo stesso periodo del 2021) e diffusa a livello territoriale: l’aumento delle esportazioni è particolarmente elevato per le Isole (+71,8%), intorno alla media nazionale per il Nord-ovest (+22,1%), il Centro (+21,1%) e il Nord-est (+20,5%), relativamente più contenuto per il Sud (+16,2%).
Tutte le regioni italiane, a eccezione di Molise e Abruzzo, registrano incrementi delle esportazioni: i più marcati per Sicilia (+78,0%), Marche (+72,5%), Sardegna (+61,2%) e Liguria (+48,7%).
La performance molto positiva delle Marche è dovuta principalmente alle maggiori vendite di prodotti farmaceutici (+440,2%) mentre la crescita delle esportazioni di Sicilia, Sardegna e Liguria è spiegata, in particolare, dall’incremento delle vendite di prodotti petroliferi raffinati. Al netto della variazione del comparto farmaceutico la crescita dell’export delle Marche risulta in linea con la media nazionale e pari al +22,3%.
Il peso dell’export della regione sul totale nazionale è salito dal 2,4% al 3,4%; la crescita ha riguardato sia le vendite verso i Paesi Ue (+63%) sia, soprattutto, quelle verso i Paesi extra Ue (+85,2%).
“Un risultato molto positivo per la nostra regione – ha commentato il Presidente di Confindustria Marche Claudio Schiavoni – trainato dal comparto farmaceutico ma che ha coinvolto tutti i principali settori di specializzazione. Un incremento particolarmente significativo che tuttavia, per alcuni comparti, non coincide con una crescita delle quantità esportate e che quindi, oltre che un possibile ribilanciamento del portafoglio prodotti esportati, riflette il forte aumento dei prezzi. In un quadro internazionale sempre più incerto a causa della crisi geopolitica e caratterizzato da elevati livelli di inflazione e di aumento esponenziale dei prezzi dei prodotti energetici – ha proseguito Schiavoni – il nostro timore è che le imprese esportatrici per poter sopravvivere si troveranno a dover scaricare a valle almeno una parte dei maggiori costi subiti dal lato degli input, aumentando il prezzo finale dei beni esportati senza tuttavia alimentare una crescita reale.”
Scendendo nel dettaglio dei dati, l’export del comparto farmaceutico risulta quintuplicato rispetto allo stesso periodo del 2021 ma crescono in modo consistente anche le esportazioni di macchinari ed apparecchi (+4,4%), di metalli e prodotti in metallo (+33,3%), di pelli e calzature (+29%), di articoli di abbigliamento (+33,7%), di prodotti tessili (+25,5%), di apparecchi elettrici (+11,7%), di altri mezzi di trasporto (+156,9%), di articoli in gomma e materie plastiche (+26,3%), di mobili (+7,6%), di prodotti alimentari e bevande (+22,9%), di carta e prodotti di carta (+20,4%), di legno e prodotti in legno (+22,7%), di autoveicoli (+11,7%), di prodotti petroliferi (+344,9%).
A livello provinciale si registra l’aumento delle esportazioni in tutte le province: Ancona (+27,1%), Macerata (+27,1%), Fermo (+29,8%), Pesaro Urbino (+21,8%). Ad Ascoli Piceno il valore delle esportazioni è risultato quasi quadruplicato (+283,7%) influenzato dall’andamento dei prodotti farmaceutici (+466,9%).
da: Confindustria Marche
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