I pescatori tornano in mare dopo le proteste contro il caro-gasolio
Prime risposte dal Governo alle richieste di Coldiretti
I pescherecci italiani tornano in mare dopo la protesta contro il caro-gasolio che ha portato la flotta nazionale ad incrociare le braccia dal Tirreno all’Adriatico. Nel mirino delle marinerie l’esplosione dei costi che ha reso in molti casi antieconomica l’attività di pesca.
Una situazione denunciata da Coldiretti Impresapesca che ha portato all’apertura di un tavolo di crisi del settore al Ministero delle Politiche agricole con il Ministro Stefano Patuanelli e il sottosegretario Francesco Battistoni, dai quali è arrivato l’annuncio di una serie di misure per calmierare gli effetti del caro gasolio che hanno messo in ginocchio gli operatori.
“In questa ultima settimana sono stati fatti passi avanti importanti – spiega Coldiretti Impresapesca in una nota assieme alla altre associazioni – con il ministero che ha comunicato la firma del decreto direttoriale che permetterà alle imprese di presentare le domande per ottenere il contributo del fondo filiere da 20 milioni di euro“.
Nel frattempo, l’agenzia delle entrate ha rilasciato i codici per la compensazione del credito d’imposta per il primo trimestre 2022 ed è stato confermato l’impegno del Governo a prorogarlo anche al secondo trimestre nella discussione parlamentare delle prossime settimane. Insieme a questo si procederà ad utilizzare le risorse del fondo Feampa per compensare i maggiori costi sostenuti dalle imprese in questi mesi e si valuterà di concedere un fermo facoltativo per le giornate di sospensione dell’attività.
“Grazie al lavoro di Impresapesca e delle altri associazioni riusciamo a dare una prima risposta alla marinerie italiane – commenta Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche – arrivate all’impossibilità di lavorare. Un settore già in crisi per la concorrenza di prodotto estero, circa l’80% del mercato e per i costi sempre crescenti già prima della crisi energetica innescata dalla pandemia e aggravata dalla guerra in Ucraina”.
Chiesta anche l’attivazione di un tavolo con il ministero del Lavoro per attivare la cassa integrazione per il settore, che rappresenterebbe uno strumento fondamentale di sostegno per imprese e lavoratori.
da: Coldiretti
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