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Nelle Marche si parla di istituire il Garante per il Diritto alla Salute

Dopo l'emergenza Covid

Andrea Nobili
L’emergenza determinata dal Covid – 19 ha messo ancor più in evidenza  l’esigenza dei cittadini di avere ulteriori punti di riferimento certi, soprattutto in un settore delicato e complesso come quello della sanità.

Proprio in questo contesto assume valore specifico la proposta di fornire ai Difensori civici anche il ruolo di “Garanti per il diritto alla salute”, come stabilito dalla legge nazionale del 2017, meglio conosciuta come “Gelli – Bianco”, in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita e di responsabilità professionale.
Nella doppia veste di  Garante delle Marche e Presidente del Coordinamento nazionale dei Difensori civici, Andrea Nobili, fa presente che “la situazione emergenziale degli ultimi mesi ha fornito, anche nelle Marche, nuovi input all’obiettivo primario, che  è quello di affrontare, in modo compiuto, la questione della sicurezza relativamente alle cure erogate nell’ambito del servizio sanitario. Ma è altrettanto importante pensare all’incentivazione della mediazione, al sostegno nei confronti di una nuova cultura per la prevenzione della lite, all’accrescimento della soluzione bonaria dei conflitti”.
Nelle scorse settimane l’Assemblea plenaria della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative regionali ha approvato il documento elaborato da un gruppo di lavoro,  alla luce di quanto emerso nel corso di una serie d’incontri d’approfondimento,  a partire dal convegno ospitato a Roma nel 2019.
La possibilità di  istituire  il “Difensore civico – Garante per il diritto alla salute” è affidata alle Regioni, chiamate anche a disciplinare la struttura organizzativa, che contempla la rappresentanza delle associazioni dei pazienti ed il necessario supporto tecnico.
Sul versante delle funzioni da svolgere, la normativa prevede  che alla figura in questione possa rivolgersi, in forma gratuita, qualsiasi cittadino destinatario di prestazioni sanitarie erogate da soggetti pubblici o convenzionati. Una volta verificata la fondatezza delle segnalazioni sarà possibile intervenire in base agli strumenti stabiliti dalla stessa  legislazione regionale.
“L’auspicio – sottolinea Nobili – è che anche la Regione Marche sappia cogliere questa opportunità. Non dimentichiamo che nel corso del tempo il Difensore civico ha consolidato ed implementato il proprio ruolo di interlocutore dei cittadini, fornendo un valido ausilio nei casi di iniquità, inefficienze e ritardi dell’azione pubblica”.
Adesso la parola passa alla Conferenza delle Regioni per la condivisione del documento.
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