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Maxi manovra Regione Marche, i dubbi dei sindacati

"Perché non coinvolgerci?"

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Palazzo Regione Marche
La Regione ha in questi giorni varato un’importante manovra economica che ammonta a circa 210 milioni di euro per “sostegno ai cittadini, alle imprese e ai professionisti colpiti dall’emergenza COVID-19”.

La decine di misure previste sollevano molti dubbi in ordine ai criteri adottati per l’indirizzo delle risorse e alle fonti di finanziamento a cui si è fatto ricorso.
In una fase come quella che stiamo attraversando le Segreterie regionali di CGIL CISL UIL hanno più volte ribadito la necessità di unire le forze tra istituzioni, parti sociali e soggetti economici per garantire equità ed incisività delle scelte. La firma di alcuni protocolli con la Regione legati all’emergenza COVID-19 lasciavano presumere che si fosse capita l’importanza e il valore di scelte condivise per fronteggiare un quadro di grandi difficoltà che rischia di acuire le disuguaglianze economiche ravvisabili anche nei nostri territori.
In maniera incomprensibile ed inaccettabile queste misure sono state invece individuate senza alcun confronto con le Organizzazioni sindacali dei lavoratori, con un impianto generale a pioggia  che  non tiene in alcun conto l’impatto che l’emergenza ha avuto varie realtà e nei beneficiari degli interventi. Non è dato a sapere, con chiarezza,  inoltre quali siano i capitoli di spesa e le aree di intervento interessate dal drenaggio delle risorse adottato per arrivare a questi stanziamenti.
Il rischio che s’intravede è quello di alleggerire gli interventi su ambiti cruciali per la ripresa della nostra Regione come, ad esempio, quelli del lavoro, dell’istruzione e della formazione, e senza una visione di sviluppo e rilancio del nostro sistema produttivo. Per CGIL CISL UIL Marche è necessario che almeno  nella fase di applicazione degli interventi, in coerenza con i contenuti del Protocollo del 15 maggio scorso, si tenga conto dell’attenzione che le imprese hanno dato al tema della tutela economica e sanitaria dei lavoratori.
La parcellizzazione degli interventi, la rinuncia a condividere i criteri di selezione degli stessi e l’assenza di un confronto alla luce del sole dequalifica l’impianto di una manovra che per entità rimane ragguardevole e conferma purtroppo un approccio minimalista e riduttivo che ha pesantemente condizionato in questi anni anche l’utilizzo dei Fondi Comunitari e i progetti di sviluppo locale varati dalla Regione.  In questo epilogo di legislatura  che coincide con una fase cruciale di indirizzo di ingenti risorse pubbliche sarebbe stato necessario più coraggio e oculatezza nelle scelte e più trasparenza nel confronto.
Dai
Sindacati
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