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Marche, l’assessore Malaspina su modifiche UE OGM

“I consumatori italiani ed europei non vogliono trovare nei loro piatti alimenti che contengono OGM"

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Maura Malaspina

Soddisfazione dell’Assessore Malaspina per la modifica comunitaria per cui ogni nazione potrà vietare la produzione OGM. Tuttavia tale direttiva entrerà in vigore non prima di marzo 2015 cui dovrà seguire il recepimento a livello nazionale con disegno di legge di delegazione europea ed un iter legislativo che potrà completarsi non prima della fine del 2015.

La Malaspina, che è stata presidente della rete europea delle Regioni OGM free ed attualmente coordinatrice nazionale delle Regioni no OGM, ha predisposto un ordine del giorno chiedendo che venga inserito nella conferenza Unificata dei presidenti delle Regioni per impegnare il governo a prorogare il decreto del Ministero della Salute che finora ha impedito la coltivazione OGM. In alternativa si chiede di emanare, per mezzo dei Ministeri competenti, un nuovo decreto ministeriale, come già attuato dalla Francia, con riferimento all’art. 18 della Direttiva 2002/53/CE del 13 giugno 2002, nelle more della pubblicazione e recepimento della direttiva comunitaria che lascia la facoltà agli Stati di consentire o meno la coltivazione di OGM sul proprio territorio.

Oggi, – ha dichiarato l’assessore Malaspina, possiamo constatare come l’azione della Rete delle 62 regioni Europee OGM FREE, coordinate dal 2011 al 2014 dalla Regione Marche, sia stata determinante per raggiungere l’obiettivo principale sancito dalla Carta di Firenze del 2005:
• consentire agli Stati membri di vietare in tutto od in parte la coltivazione degli OGM sul loro territorio,
• far sentire il nostro peso istituzionale per affiancare l’approvazione della modifica della Direttiva 2001/18 in tal senso.
“L’azione svolta in particolare nell’ultimo anno, con la Presidenza della sottoscritta sino al settembre scorso, in rappresentanza della Regione Marche congiuntamente con l’azione del parlamento Europeo, che ha sostenuto a larghissima maggioranza la nostra posizione, hanno permesso di raggiungere questo importante risultato”.

I consumatori italiani ed europei – ha concluso l’Assessore all’Agricoltura della Regione Marche – non vogliono trovare nei loro piatti alimenti che contengono OGM e gli agricoltori italiani non vogliono gli OGM perché nelle loro aziende preferiscono valorizzare la biodiversità e le produzioni di qualità, le denominazioni e le coltivazioni biologiche. Coltivare OGM invece comporterebbe una desolante uniformità di territorio, normalmente orientato alla coltivazione di monocolture e che costringerebbe gli agricoltori a non disporre piu’ liberamente delle loro produzioni, delle loro sementi, della loro diversità, della loro libertà, della loro storia e tradizioni.

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