“Non solo un gioco”, un viaggio lungo oltre un secolo nel calcio delle Marche
Regione piccola, passione grande e di vecchia data: il libro, di Andrea Pongetti, sarà presentato per la prima volta a Senigallia
È il gioco più popolare al mondo, quello più praticato, amato e discusso, ma un tempo come oggi non è, ne potrebbe mai essere, soltanto un gioco.
E non soltanto per i grandi interessi economici che gli girano attorno, ma anche per come è vissuto da chi lo pratica, da chi lo guarda e soprattutto da chi lo tifa, anche in una piccola regione come le Marche.
Partendo da queste premesse è nato “Non solo un gioco. Le Marche del calcio”, l’ultima monografia del giornalista e ricercatore storico Andrea Pongetti, redattore di Senigallia Notizie.
Dalle prime partite giocate in campi polverosi, con maglie sbiadite e scarpe rattoppate, ai gol del senigalliese Renato Cesarini – l’unico calciatore diventato un modo di dire – all’ultimo minuto con la maglia azzurra e la Juventus, alla celebre aggressione all’arbitro Vannini durante un infuocato Anconitana-Pisa al Dorico nel secondo dopoguerra, ai tanti infernali derby provinciali fino ai successi di Ascoli, Ancona e Samb negli anni Ottanta e Novanta e alle difficoltà, soprattutto economiche, dei giorni nostri.
C’è tutto questo, ma anche molto altro nelle 168 pagine del libro, edito dalla casa editrice anconetana Il Lavoro Editoriale e nelle librerie marchigiane in questo mese, al prezzo di 25 euro e già ora online (ad esempio qui, o qui, o qui).
Tante le piazze che vengono citate nel volume, grazie ai successi delle loro squadre: da Ancona ad Ascoli Piceno, passando per Pesaro, Fano, Senigallia, Jesi, Osimo, Civitanova Marche, Macerata, Fermo, San Benedetto del Tronto.
“Non solo un gioco. Le Marche del calcio”, sarà presentato alla presenza dell’autore nelle principali località regionali, a partire da Senigallia, dove si terrà la prima lunedì 13 gennaio, nella sede dell’Associazione di Storia Contemporanea.
Un libro in cui si parla di calcio, tema conduttore di tutto il volume, ma in maniera un po’ insolita: non mancano partite e risultati, ma il fenomeno calcistico è indagato soprattutto dal punto di vista sociale e in rapporto all’evolversi della società contemporanea.
“Per tutto il Novecento e fino ad oggi le Marche, pur percepite come regione periferica, sono state terra di sport e di calcio, ritagliandosi come in pochi altri campi un ruolo di primo piano e suscitando l’interesse e la partecipazione di migliaia di persone – evidenzia l’autore – ‘Non solo un gioco’, senza alcuna pretesa di esaustività, si muove da queste premesse per compiere un viaggio documentato sulle fonti (tra cui, più volte, quotidiani cartacei e online) dentro le vicende delle più importanti società calcistiche della regione”.
Come riporta la citazione di Pier Paolo Pasolini a inizio volume, “il calcio è l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo. È rito di fondo anche se è evasione”.
Ancor più di altre discipline, che supera abbondantemente in popolarità, il “pallone” può dunque proporsi come chiave di lettura della contemporaneità: basti pensare a come atavici campanilismi e localismi spuntassero puntualmente negli affollatissimi derby di provincia degli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso o a personaggi iconici come il Presidentissimo dell’Ascoli Costantino Rozzi (a cui è dedicata la copertina), l’uomo che “come nessuno ha saputo rappresentare un’intera città”.
Come sottolinea lo storico Marco Severini (Università di Macerata e presidente dell’Associazione di Storia Contemporanea) nella Postfazione, “in tempi in cui le principali agenzie educative e la politica sono in irreversibile crisi, uno sport come il calcio si dimostra cruciale per la crescita dell’essere umano come parte della società”.
Il tutto è raccontato attraverso il filo comune della passione: di chi gioca, di chi guarda, di chi tifa e di scrive, tra cui lo stesso autore.
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