Il ritorno della barbabietola nelle Marche, raccolta al via
Coldiretti: "made in italy da rilanciare, 4 pacchi di zucchero su 5 arrivano dall'estero"
Macchine in azione da stamattina per la prima storica raccolta della barbabietola da zucchero nelle Marche dopo oltre 10 anni di assenza.
Presto per fare un bilancio rispetto alla produzione sui circa 300 ettari di campagna marchigiana, destinata a diventare zucchero biologico 100% Made in Italy. Il tutto nasce dalla collaborazione tra Coldiretti e Coprob, , l’unico produttore cooperativo di zucchero con una filiera tutta italiana. Ma anche dall’aumento della domanda dei consumatori che cercano sempre più prodotti di qualità, realizzati con procedimenti che mantengono il rispetto dell’ambiente e dei lavoratori.
Cosa che spesso non succede, invece, all’estero. Coldiretti ha calcolato che oltre 4 pacchi di zucchero su 5 arrivano dall’estero mentre la produzione Made in Italy rischia di essere azzerata dalla concorrenza sottocosto dei Paesi del Mercosur che nell’ambito dell’accordo di libero scambio con l’Unione Europea hanno ottenuto maggiori concessioni con il dazio zero sul contingente di 180mila tonnellate.
Sono nelle Marche, i paesi del Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Venezuela), su alcuni dei quali gravano pesanti accuse per rischi alimentari e sfruttamento del lavoro minorile, hanno aumentato l’importazione del loro agroalimentare del 3% tra 2017 e 2018 superando i 12,6 milioni di euro di valore. “Abbiamo lavorato in sinergia con Coprob affinché nella nostra regione si potesse concretizzare una nuova opportunità per le nostre imprese – commenta Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche – I primi 300 ettari rappresentano un’evidenza di rilancio di una filiera storica per le Marche e il presupposto per programmare la futura campagna del prossimo anno. Il mercato dello zucchero certificato biologico e totalmente italiano è oggi una prospettiva in forte crescita in grado di rispondere alla richiesta dei cittadini e a quella di sostenibilità economica ed ambientale delle nostre aziende agricole“.
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