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Marche, birra artigianale o agricola: serve una legge chiara per i consumatori

La bevanda ha fatto registrare un balzo del 33% dell’export nel primo trimestre 2019

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Birra

Birra artigianale o birra agricola? La differenza non è di poco conto e per questo Coldiretti Marche è stata ascoltata dalla Commissione II in Regione Marche che si sta occupando della proposta di legge per promuovere, qualificare e valorizzare la birra marchigiana.

Parliamo di un comparto in forte crescita. I consumatori in regione sono in aumento (il 51,2%, erano il 49% l’anno prima secondo gli ultimi dati Istat) e aumentano anche, del 14%, i micro birrifici marchigiani. Un’ottantina di attività che sperimentano nuovi aromi e che, spesso, contribuiscono anche agli aumenti produttivi dei cereali.

L’orzo, ad esempio, è arrivato a 732mila quintali (+5%). Giusto dunque valorizzare e sostenere il settore, formare e incentivare gli operatori ma è bene chiarire che la birra è un prodotto agricolo e pertanto si deve garantire come tale derivi da una prevalenza di materie prime prodotto in azienda o acquistate da altre aziende agricole. È quanto sostiene Coldiretti in occasione del primo Salone della birra agricola che si è aperto a Roma con la nascita del Consorzio di tutela e la promozione della birra artigianale italiana al quale stanno partecipando anche i vertici marchigiani dell’Organizzazione agricola.

La bevanda ha fatto registrare un balzo del 33% dell’export nel primo trimestre 2019. Un record che vede volare il nostro prodotto soprattutto nei pub del Regno Unito, dove finisce quasi la metà dell’export italiano (quasi il 25% nel primo trimestre del 2019), nella vicina Irlanda (+114%), Germania (+113,5%), Stati Uniti (36%) ma anche Spagna, Olanda e Norvegia.

Il Made in Italy – commenta Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche – conferma anche in questo settore le sue potenzialità ma soprattutto per micro realtà come quelle dei birrifici marchigiani occorre rafforzare le imprese che vogliono conquistare i mercati esteri puntando su un’Agenzia unica che accompagni le imprese in giro nel mondo, investendo sulle ambasciate, mentre a livello nazionale servono trasporti efficienti sulla linea ferroviaria e snodi aeroportuali per le merci che ci permettano di portare i nostri prodotti rapidamente da nord a sud del Paese e poi in ogni angolo d’Europa e del mondo”.

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