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Politiche industriali sostenibili, confronto tra Emilia Romagna e Marche

"Per le Marche la sostenibilità è una priorità"

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Manuela Bora

Un confronto sulle politiche industriali sostenibili delle Regioni Marche ed Emilia-Romagna: due realtà che, prima della crisi, viaggiavano sulla stessa lunghezza d’onda.

Dopo dieci anni, l’Emilia-Romagna è aggrappata al gruppo di testa delle realtà in crescita, mentre la struttura economica marchigiana segnala maggiori difficoltà. È la chiave di lettura della Tavola rotonda promossa da Istao (Istituto Adriano Olivetti) che ha messo a confronto le proposte delle due Regioni su innovazione e sostenibilità, per guardare al futuro della manifattura.

“La Regione Marche ha avviato una stagione di reazione alla crisi, in linea con le altre regioni, puntando sulla specializzazione intelligente, sull’utilizzo delle risorse Ue sul versante della conoscenza e della formazione – ha evidenziato il presidente Istao, Pietro Marcolini – Il passaggio cruciale per noi è, però, più difficile perché il corpo manifatturiero marchigiano è ancora più largo di altre regioni ed è specializzato in produzioni a bassa intensità di capitale e digitalizzazione”.

Non tutto, comunque, è rimasto fermo, tanto che, in un’importante graduatoria nazionale che elenca 35 casi eccellenti, ben cinque sono marchigiani. Il problema, ha rimarcato Marcolini “è che sono ancora poche le imprese che riescono a cogliere le opportunità e a non subire gli insulti della crisi. Tra le ricette più efficaci, per uscirne, vanno indicate quelle dell’investimento sulla conoscenza. Il paradigma digitale sconvolge tutto (produzione, distribuzione, consumo): chi prima riesce ad aggiornarsi all’innovazione, prima ottiene risultati importanti”.

L’assessora alle Attività produttive, Manuela Bora, ha sottolineato come le Marche stiano diventando “un punto di riferimento a livello nazionale. Lo sviluppo sostenibile è tra le priorità del Governo regionale. L’Assemblea legislativa delle Marche è stata la prima in Italia ad approvare una risoluzione sull’economia circolare. Inoltre nella legge regionale Industria 4.0 abbiamo voluto un articolo che si occupasse di economia circolare. Questo perché la Regione Marche non la ritiene solo una questione ambientale, ma rappresenta, invece, una nuova leva della politica industriale marchigiana. Entro la fine dell’anno uscirà un bando di oltre un milione di euro per finanziare i progetti migliori da sostenere”.

Secondo Silvano Bertini (responsabile Ricerca e Innovazione della Regione Emilia-Romagna), “il problema di fondo, da affrontare, è la capacità produttiva, che rimane uno dei punti di forza del nostro sistema, ma che deve essere accompagnata dalla capacità di legarsi alle catene globali del valore. C’è la questione del digitale, ma anche di una dimensione organizzativa e finanziaria da sviluppare. La capacità produttiva deve rimanere sul territorio, inserita però in circuiti che, da soli, non si possono raggiungere”.

Patrizia Sopranzi (dirigente Attività produttive) ha ripercorso le traiettorie della Strategia della specializzazione intelligente avviata dalla Regione Marche: sviluppo di nuove attività in ambiti innovativi e ad alto valore aggiunto; sostegno alle vocazioni produttive tradizionali con un innalzamento tecnologico; rafforzamento della competitività regionale nei mercati tradizionali. Si stima che siano stati attivati oltre 184 milioni di euro di investimenti, a fronte di un contributo pubblico di 92,3 milioni, determinando 880 assunzioni di personale qualificato. Oltre 46 milioni sono già stati destinati agli interventi per il rilancio economico delle aree investite dal sisma.

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